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TITO – Sarà il test del Dna disposto dalla Procura della Repubblica di Potenza (come ha annunciato ieri Piera Maggio ai microfoni del Tgr Basilicata) e che verrà effettuato nella prossime ora a dire con certezza se la ragazzina residente a Tito che nell’agosto scorso ha contattato Piera Maggio dicendo di essere sua figlia è realmente Denise Pipitone, la bimba scomparsa da Mazara del Vallo, ormai 11 anni fa.
L’unica prova scientifica e quindi certa che potrà togliere ogni dubbio su questo incredibile risvolto del giallo rimasto ancora senza soluzione e che potrebbe passare proprio dalla cittadina alle porte di Potenza. Nel frattempo, in attesa che venga a galla tutta la verità, la comunità locale è sconcertata e perplessa. Ieri mattina nella piazza del paese tutti hanno notato le telecamere di “Chi l’ha Visto”, la trasmissione di Rai 3 che mercoledì scorso si è occupata del caso. E che per la nuova puntata si prepara a un servizio girato proprio a Tito. E’ qui che vive da qualche anno, insieme alla mamma e due fratelli, la ragazzina che frequenta la prima media e che nei mesi scorsi aveva scritto sulla pagina facebook dedicato alle ricerca di Denise “Sono Denise, mamma”. E che poi, contattata dalla redazione della trasmissione di Rai 3, aveva prima negato di aver mai scritto quel messaggio, per poi aggiungere una frase inquietante: “Ok, scusa, ma se Denise è qua voi la venite a prendere?”. Propio il profilo facebook dell’autrice del messaggio mostrato nel corso della trasmissione di Federica Sciarelli ha consentito la sua identificazione. A riconoscerla, non solo l’uomo (dalla identità anonima) che ha contattato la redazione del TgR Basilicata per confermare che la bambina si trova in un paese della Basilicata, ma anche alcuni compagni di scuola. Sarà solo effetto della suggestione, ma adesso, riguardando le foto di allora di Denise, sono in molti a notare una certa somiglianza con la ragazzina che vive a Tito da qualche anno, dopo essersi trasferita con la sua famiglia dalla Calabria. Ma soprattutto, c’è il particolare del cognome straniero che da subito ha allertato la famiglia maggio. Il legale, Giacomo Frazzitta, che segue il caso dal primo giorno della sparizione a Mazara del Vallo, ha raccontato di essere letteralmente saltato dalla sedia quando, sentito il cognome del profilo facebook, ha immediatamente realizzato che corrispondeva a quello trascritto nelle prime carte dell’inchiesta del capo del campo Rom, in Sicilia, dove la bimba venne cercata subito dopo averne perso le tracce. La nazionalità dichiarata conferma la provenienza da Paesi in cui l’etnia Rom è radicata. Elementi che hanno fatto riaccendere le speranze di Piera Maggio, da 11 ancora in attesa della verità su sua figlia, e che ora, chiaramente, sono al vaglio degli inquirenti, anche se i dubbi sul fatto che quella possa essere realmente Denise sono ancora tanti. A non tornare, per esempio, è l’età dell’autrice del messaggio. Frequentando la prima media, dovrebbe avere all’incirca 11 anni (e l’aspetto sembra confermare l’età dichiarata) e non 15, come Denise. Per adesso l’ipotesi più accreditata sembra essere quella di uno scherzo fatto con superficialità, senza rendersi conto – data la giovanissima età – di quelle che sarebbero state le conseguenze. Del resto, sarebbero già stati attivati i servizi sociali per supportare la ragazzina di soli 11 anni che adesso si trova al centro di questa storia. Ma la certezza si avrà solo con il risultato del test del Dna.

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