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POTENZA – «Nessuna incoerenza. Le furbizie non mi appartengono. Stiamo dialogando da mesi con il governo nazionale per ottenere un risultato. La nostra posizione è chiara al di là del piglio strumentale ed oppositore di una certa parte». Nell’intervista rilasciata a Trm, il governatore Pittella toglie anche l’occasione per liquidare le numerose critiche che gli stanno cadendo sul capo in questi giorni in merito alla questione petrolio. Gli rimproverano di aver cambiato idea in troppo poco tempo, nel difficile tentativo di districarsi tra il cuore renziano e il dover dar conto al sentire comune del popolo lucano contrario alle trivelle. Prima la scelta di non impugnare, a dicembre scorso, l’articolo 38 dello Sblocca Italia. Poi la decisione di seguire gli altri governatori del Mezzogiorno nel referendum contro le trivelle in mare e parte dello stesso articolo 38. Infine, l’appello di qualche giorno, rivolto direttamente al presidente Renzi a continuare il dialogo per evitare «un generico referendum petrolio sì, petrolio no». Ma Pittella da che parte sta?, si chiedono e chiedono quelli che egli stesso definisice «oppositori a fini strumentali». E il presidente la sua linea è tornato a spiegarla nel corso della trasmissione “Voci del Mattino” andata in onda su Radio1 Rai, in qualità di governatore della Regione capofila tra le dieci che hanno portato avanti il referendum. Ancora una volta, la parole d’ordine è dialogo.
«Le Regioni – ha spigato Pittella ai microfoni della Rai – vogliono essere protagoniste insieme al governo nazionale dello sviluppo del proprio territorio in una logica di sistema, senza pregiudizi». Rispetto alle estrazioni in mare, ha aggiunto che «c’è una posizione ormai di vecchia data come quella della Basilicata, una posizione condivisa da altre Regioni che al governo chiedono, con spirito costruttivo, l’apertura di un tavolo di confronto. Noi crediamo che il mare italiano debba avere prevalentemente una vocazione turistica e naturalistica. D’altra parte la mia regione, la Basilicata, che possiede il maggiore giacimento europeo in terraferma – ha continuato il presidente della Giunta – non ha mai fatto mancare la propria disponibilità per l’utilizzo di una risorsa importante per l’intero Paese. Penso che sia normale sedersi a ragionare della sostenibilità di queste attività per il territorio». Senza dimenticare, però, di mettere in evidenza i risultati ottenuti nel suo mandato: «Sul piano della compensazione ambientale non ci possiamo lamentare: il governo Renzi in un anno ci ha dato quello che avevamo inutilmente chiesto per 18 anni. Ma il tema non è quanta compensazione riusciamo ad avere, bensì quanto territorio vogliamo destinare allo sfruttamento di questa risorsa, qual è la vocazione del nostro territorio: turistica, ambientale, naturalistica, oppure estrattiva? Le cose – ha concluso – vanno discusse per trovare un punto di equilibrio».

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