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POTENZA – Nella questione dei pozzi e dei permessi di ricerca a confine tra Basilicata e Campania adesso rientra Michele Marsiglia, presidente nazionale della Federpetroli, citato pochi giorni fa in occasione della questione “Pergola 1” il pozzo che l’Eni vorrebbe scavare nel comune di Marsico Nuovo, dove si è parlato anche del permesso di ricerca della Shell nell’area di Monte Cavallo, sempre tra Basilicata e Campania. Una risposta che arriva proprio in relazione al fatto che, grazie a quella che Federpetroli chiama “operazione trasparenza” e che,stando a quanto dice Marsiglia, serve proprio per comunicare ai cittadini «cosa vuol dire petrolo e gas e quali i rischi, i vantaggi e gli sviluppi occupazionali». In sostanza la Federpetroli era stata chiamata in causa dal comitato “No trivelle nel Vallo di Diano” ma si tratta comunque di un dibattito chiuso due anni fa. In sostanza alla notizia di una richiesta di permesso di ricerca gli imprenditori della zona, soprattutto di Atena Lucana, mandarono una lettera alla Federpetroli per chiedere chiarimenti e delucidazioni su una possibile installazione di un posso nell’area di Monte Cavallo da parte della Shell. Ma stando a quanto dice Marsiglia la federazione «non diede nessun aiuto e nessun ruolo svolse nella vicenda Monte Cavallo», anzi. «Il 6 Marzo 2012 – scrive Marsiglia –  Federpetroli Italia a mia firma invia una missiva all’amministratore delegato della Shell Italia Spa – Marco Brun, in merito al coinvolgimento della Federpetroli Italia nella vicenda Monte Cavallo, da parte di cittadini ed imprenditori che nella zona della Regione Campania avevano da più tempo interpellato la Federazione per avere delucidazioni ed altro al fine di una corretta valutazione del futuro cantiere e per le attività di Esplorazione, Ricerca e Produzione di idrocarburi.

L’oggetto della missiva era quello di poter riunire Federpetroli Italia, cittadini,  Shell, Comuni interessati del Vallo di Diano ed altre parti coinvolte, in diversi incontri e, poterci confrontare tutti liberamente su perplessità ed altre informazioni di carattere tecnico ed operativo». Ed è qui che si consuma la divisione tra Shell e la federazione petrolifera. A marzo del 2012 infatti la Shell inviò una lettera a Marsiglia proprio sulla richiesta di istanza ri esplorazione nell’area Monte Cavallo.

La lettera, riportata da Marsiglia, comunicava «che la richiesta di istanza presentata da Shell Italia spa prevede in questa fase solamente la rielaborazione di dati già esistenti, che verranno semplicemente riprocessati negli uffici di Roma. La Sua richiesta risulta essere quindi prematura trattandosi di attività preliminari e non essendo prevista al momento nessuna attività sul territorio». Lettera interpretata da Marsiglia come se la Shell non avesse «poi tanta intenzione di voler dare spiegazioni o altro ai cittadini, ai Comuni, alle aziende e al Vallo di Diano».

La questione ovviamente ha sollevato un polverno che interessa anche la Basilicata, visto che il permesso di ricerca della Shell prevedeva anche “incursioni”  sul territorio lucano, con annessa possibilità di innestare nuovi pozzi. Ma la posizione della federazione è alquanto chiara nei confronti della stessa compagnia. «L’umiltà ed il rispetto – scrive Marsiglia –  per gli altri deve essere sovrano, in particolar modo in casa di altri e, se l’idrocarburi è una risorsa dello Stato italiano, chi come noi è deputato ad esplorarlo e coltivarlo in diversi giacimenti, deve ben spiegare a tutti cosa vuol dire petrolio e gas, come tante aziende dell’indotto di Federpetroli Italia hanno scelto di fare e stanno facendo in diverse zone del territorio italiano».

v.panettieri@luedi.it

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