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MATERA – “Non possiamo fermarci, nè tantomeno ripartire da zero.
I progetti ci sono già, ora si tratta solo di implementarli. Abbiamo tanto da fare, ma non siamo rimasti fermi, questi mesi sono serviti per riflettere e decidere come muoversi”. Joseph Grima delinea a chiare lettere le priorità del lavoro che Matera dovrà fare da qui al 2019 sfruttando anche i suggerimenti che sono arrivati ieri dai cittadini e da un ospite illustre e di grande esperienza come Robert Palmer che era stato “l’insegnante” di Matera verso l’esame finale con la commissione e che ha una grande esperienza sul lavoro di capitali europee della cultura. “Il messaggio più forte che ci viene inviato e che non possiamo permetterci di fermare la nostra marcia ora la priorità”, spiega Grima, “è costruire una road map per implementare il nostro lavoro che non è quello di riprogettare ma lavorare su ciò che abbiamo già previsto e definito. Ora ci sono una serie di adempimenti anche amministrativi, serve tempo per sbloccare alcune risorse. C’è stata l’ultima riunione del comitato scientifico che ora si fonderà nel nuovo comitato all’interno della Fondazione. Ci siamo prodigati per migliorare i programmi, costruire delle reti”.
Due gli obiettivi principali che vengono indicati a chiare lettere come le priorità che per il 2015 Matera dovrà cercare di mettere in campo e si tratta della scuola di design e dell’archivio degli archivi, cioè due elementi strutturalmente fondamentali all’interno del dossier di candidatura: “in queste due direzioni noi dobbiamo muoverci, pensando per esempio a laorare per avviare una scuola come quella del design che deve produrre, una scuola in cui si impara facendo e noi dovremo imparare, educare ed insegnare come si produce un evento in questa scuola. Importante mettere insieme da subito un grppo di persone che ci insegni a come implementare questo progetto sin da subito. Così come dovremo lavorare per costruire quest’archivio degli archivi che siano in grado di raccogliere e di far conoscere la storia, le tradizioni, le radici di tutti i Comuni della Basilicata. Un processo lungo e complesso che vogliamo avviare sin da subito in modo che possa essere pronto anche nel 2019”.
Matera continua a muoversi in questa direzione per poter essere preparata ad affrontare la realtà articolata che avrà davanti e anche magari per riuscire a trarre insegnamento da quelle che sono le manifestazioni e i successi degli altri, in questo senso molto utile è stata la visita della città a Pilsen e Mons al momento dell’inaugurazione delle due capitale europee della cultura 2015. Insegnamenti che Grima riesce facilmente a sintetizzare: “l’impressione è che le manifestazioni che hanno ottenuto maggiore successo sono state quelle che hanno avuto anche la maggiore partecipazione da parte dei cittadini e dunque la necessità di lavorare fortemente sul coinvolgimento e poi abbiamo visto come molto spesso le grandi opere infrastrutture troppo grandi non risultano particolarmente apprezzate”.
In questo contesto può venir utile spendere una parola sul dibattito che si sta nuovamente sviluppando in questi giorni sui contenitori culturali, sulla necessità di adeguare quelli esistenti o l’opportunità di creare una nuova e grande struttura. Grima taglia corto e non ha dubbi: “io credo che Matera non abbia bisogno di un nuovo teatro, Matera ha bisogno di poter utilizzare al meglio le tante strutture che ha a propria disposizione e che possono essere un ampio ventaglio di scelta”. Non insomma la necessità di ampliare con una struttura mastodontica l’offerta ma piuttosto l’opportunità di rendere adeguate alla città ed ai suoi obiettivi le diverse strutture che Matera ha a disposizione.

Un’opinione che si va ad inserire decisamente nell’ambito del variegato dibattito in atto sulle future scelte strategiche da operare anche in tema di contenitori culturali. Un aspetto su cui si attendono risposte dalla regione ma anche la definizione delle scelte dei sette milioni messi a disposizione con i Pisus.
Infine l’ultima questione sottolineata a Grima è quella della staticità nella quale il progetto di Matera 2019 si sia rintanato negli ultimi mesi dopo la nomina a capitale della cultura, proprio quando il battage e l’attenzione mediatica sono arrivati al massimo: “non c’è stato alcun immobilismo, al massimo dei momenti di riflessione spiegabili anche con le grandi energie spese per raggiungere questo risultato. Oggi però siamo qui pronti a riprendere a pieno il nostro cammino ed implementare i progetti che ci sono, seguendo le indicazioni che ci arrivano ma senza dover o voler ricominciare da zero”.

p.quarto@luedi.it

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