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CROTONE – L’operazione “Insula” portata a termine questa mattina dalla Guardia di finanza ha confermato l’interesse della cosca Arena nell’attività usuraria, concepita anche come forma di reimpiego dei capitali illeciti, come testimonia l’episodio di un imprenditore costretto a corrispondere interessi pari ad un tasso del 120% annuo, quale corrispettivo di un prestito di 10 mila euro. 

L’organizzazione criminale poteva avvalersi anche del compiacente appoggio di soggetti in grado di acquisire notizie segrete relative a delicate indagini in corso, tanto da fornire concretamente ai componenti del gruppo Arena un prezioso aiuto per eluderle. 
Da qui deriva l’accusa di favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio a carico di due persone, tra cui l’assistente capo della Polizia di Stato Carlo Capizzano. Infine, l’attività d’indagine della Guardia di Finanza di Crotone ha consentito di acquisire elementi investigativi anche per far luce sull’omicidio di Pasquale Nicoscia, assassinato nel dicembre del 2004, in contesto di guerra di ‘ndrangheta, nonchè sulla sorte di Giuseppe Arena, figlio del boss Nicola Arena, vittima di lupara bianca, la cui scomparsa venne denunciata nel giugno 2008.
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