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POTENZA – Gli spot iniziano a registrare conferme piuttosto che prefigurare scenari. Gli indicatori si trasformano in valori reali. E le proiezioni diventano numeri: il traino turistico della Basilicata viene quantificato in un milione di presenze nei prossimi 5 anni. Il numero inizia a trapelare con sempre più insistenza portandosi dietro tutta la forza della cifra tonda. Mentre il 2019 si avvicina, nell’immediato la visita del Papa potrebbe fare da ulteriore vetrina.

Nel lustro a venire «arriverà in Basilicata un milione di persone. Non perdiamo questa grande occasione, organizziamoci per tempo per evitare di farle dormire ad Altamura, non è mica Puglia 2019», ha detto ad esempio Mario Polese in un recente incontro pubblico a Potenza. Il consigliere regionale del Pd ha aggiunto l’aneddoto del sindaco di Bari, Antonio Decaro, che nei suoi discorsi parla per l’80% delle opportunità fornite dall’appuntamento di Matera Capitale europea della cultura, a differenza di quanto faccia il sindaco di Potenza, Dario De Luca, il quale sembra vittima di una rimozione dell’argomento – al pari di molti potentini che, nella migliore delle ipotesi, non colgono la portata della grande sfida materana e delegittimano a priori aspettative e obiettivi in virtù di un approccio campanilistico alla questione.

Se da un lato Tursi e Valsinni finiscono nelle fotogallery delle testate web nazionali tra i borghi più belli d’Italia – segno che la diarchia Matera-Maratea è un punto di partenza e non di arrivo –, appare chiaro che è alquanto lunga la strada per evitare che un gruppo di turisti siciliani di passaggio a Potenza faccia notizia. Per dirla con Salvatore Margiotta: «La Basilicata va di moda, me ne accorgo nella mia attività di parlamentare a Roma. Ma mi chiedo spesso: noi lucani siamo consapevoli delle nostre bellezze?». Il problema, però, non è solo di percezione o autostima. Né, restando al capoluogo, di solo dissesto. Ci sono innegabili ritardi di natura logistica, anche a Matera: il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace, ha denunciato l’inadeguatezza delle strutture ricettive nella Basilicata terra del cinema con la sua caratura naturale da grande «teatro di posa»; e va ripetendo spesso il caso virtuoso del Piemonte con “Elisa di Rivombrosa”, megaproduzione che ha visto premiata la sua rinnovata permanenza ai piedi delle Alpi con una (altrettanto mega) struttura turistica ad hoc, costruita ex novo e rimasta in dote al territorio come accade dopo Mondiali o Olimpiadi (non sempre…) o come si vorrebbe fare con Expo-Expoi. E in Basilicata? Le grandi produzioni americane si incrociano con le troupe delle fiction italiane e nei set si rischia letteralmente di pestarsi i piedi: naturale che spesso si sconfini in Puglia, con grave danno d’immagine. Oltre che di Pil.

Nei prossimi giorni in Regione si dovrebbero presentare le iniziative previste per l’accoglienza e la ricettività turistica dei mesi a venire, e potrebbero essere fornite ufficialmente le cifre finora trapelate solo sotto forma di anticipazioni. Ma evidentemente c’è ancora molto da lavorare se ancora ieri, in un Dossier del Corriere della Sera che pure inseriva Matera come unica scelta italiana nel suo essere meta in ascesa (addirittura accanto alla Patagonia…) su scala planetaria, si suggeriva una puntatina – manco a dirlo – proprio ad Altamura, «patria del famoso pane». Non ditelo a Polese.

e.furia@luedi.it

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