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Quattrocentoventuno infrazioni alle normative edilizie e paesaggistiche accertate in Calabria nel 2011 (il 13,3% del totale nazionale), con 432 provvedimenti tra denunce e arresti e 132 sequestri. Sono alcuni dei dati contenuti nel dossier «Mare Monstrum» 2012 di Legambiente, che ha elaborato i dati forniti da Capitanerie di porto e forze dell’ordine. Il report colloca la Calabria al quarto posto nella speciale classifica delle regioni che hanno fatto registrare più abusi edilizi sul demanio marittimo, dopo Sicilia, Campania e Puglia. Il dossier analizza anche il fenomeno delle cosiddette «case fantasma» nelle città costiere in cui i casi di abusivismo edilizio sono più numerosi. Al secondo posto dopo Napoli, si colloca Reggio Calabria, con 6.237 immobili non accatastati, e nelle prime 10 posizioni troviamo anche Isola Capo Rizzuto, con 2.766 «case fantasma», e Crotone con 2.527 (dati Agenzia del territorio). Legambiente ha, inoltre, inserito nella «top five» degli abusi per cui viene chiesta la demolizione con corsia preferenziale, 35 costruzioni che sorgono nell’area del Parco archeologico di Capo Colonna (Crotone). Tra i «nemici» della costa calabrese l’ecomostro di Fiuzzi a Praia a mare (Cosenza), il cosiddetto «Alveare» di Copanello nel comune di Stalettì (Catanzaro), le case costruite nell’area marina protetta di Capo Rizzuto (Crotone) e quelle che sorgono a Brancaleone (Reggio Calabria), nel tratto di costa jonica preferito dalla tartarughe «Caretta Caretta» per la nidificazione. Tra gli edifici abusivi demoliti nel corso del 2011, il dossier «Mare Monstrum» cita i due edifici confiscati in contrada Lagani, a Lamezia Terme, dove, a luglio 2011, è stato sequestrato un complesso edilizio realizzato in una zona sottoposta a vincolo idrogeologico, paesaggistico e ambientale. 

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