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POTENZA – Se le regioni, e in particolare la Basilicata perchè il riferimento è evidente per quanto implicito, dovessero continuare a dire no ad ogni nuova intesa in materia di energia (si legga su tutto: petrolio, ndr), il Governo potrà fare da solo. Con buona pace del federalismo e delle competenze ripartite. Senza nemmeno dover cambiare il Titolo V della Costituzione.

E’ quanto ha ribadito la Consulta che una settimana fa ha respinto i ricorsi presentati dai legali di via Verrastro contro un articolo del decreto “Misure urgenti per la crescita del Paese” più noto come “Cresci-Italia” approvato dal governo Monti il 22 giugno del 2012 che prevede.

«Fatte salve le disposizioni in materia  di  valutazione di impatto ambientale – sancisce la norma appena promossa dai giudici della Corte Costituzionale – nel caso di mancata espressione da  parte  delle amministrazioni regionali degli atti di assenso o di intesa  comunque denominati inerenti alle funzioni di cui all’articolo 1, comma 7 e 8 (si legga concessioni e autorizzaioni per infrastrutture strategiche in materia di energia, ndr), entro  il  termine  di  centocinquanta  giorni  dalla  richiesta,  il Ministero dello sviluppo economico invita le  medesime  a  provvedere entro un termine non superiore a trenta giorni. In caso di  ulteriore inerzia da  parte  delle  amministrazioni  regionali  interessate  lo stesso Ministero rimette gli atti alla Presidenza del  Consiglio  dei Ministri, la quale provvede in merito  con  la  partecipazione  della Regione interessata. Le disposizioni del presente comma si  applicano anche ai procedimenti amministrativi in corso».

In parole povere: decide il Governo, e se le regioni obiettano qualcosa non conta.    

A rendere nota la decisione è stata l’Organizzazione lucana ambientalista che ne ha anche pubblicato il testo integrale sul suo sito internet. «La Consulta – spiegano gli ambientalisti – ha dichiarato in sostanza non fondato il ricorso anche in riferimento all’articolo 117 della Costituzione e al principio di leale collaborazione in materia di Intese per permessi e concessioni  petrolifere…».

«Dopo la bocciatura della Consulta della cosiddetta “moratoria bluff” proposta dall’ex governatore della Regione Basilicata, Vito De Filippo e votata dal consiglio regionale – fa rilevare ancora la Ola –  la nuova bocciatura della Consulta riguarda anche l’articolo 1 della legge di riordino del settore energetico che stabilisce che le disposizioni inerenti la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, ivi comprese le funzioni di polizia mineraria, adottate per la terraferma, sono poste in essere dallo Stato d’intesa con le Regioni interessate».

La Regione Basilicata evidenziava nel ricorso come la normativa nazionale vigente in materia di conferimento dei titoli minerari in terraferma prevedesse sempre tale intesa e la previsione di una clausola di superamento violasse il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni. Ma la Corte Costituzionale è stata di tutt’altro avviso rovesciando l’accusa sulla regioni “no triv-a prescindere”

«Ferma restando la libertà dello Stato e della Regione di esprimere senza alcun vincolo i propri punti di vista e le proprie determinazioni favorevoli o contrarie a certe scelte – scrivono i giudici del collegio presieduti da Gaetano Silvestri – l’adozione, da parte della Regione, di una condotta meramente passiva, che si traduca nell’assenza di ogni forma di collaborazione, si risolve in una inerzia idonea a creare un vero e proprio blocco procedimentale con indubbio pregiudizio per il principio di leale collaborazione e per il buon andamento dell’azione amministrativa (…) La disposizione, dunque, è finalizzata a superare le dette forme di inerzia e, pertanto, in tali sensi interpretata, non viola le competenze costituzionali della Regione, né si pone in contrasto con il principio di leale collaborazione, che anzi tende ad attuare». 

Come evidenziato dalla Ola  c’è da attendersi che la sentenza della Corte Costituzionale abbia ripercussioni sulle intese istituzionali pregresse e quelle future imprimendo una brusca accelerata alle autorizzazioni per nuove istanze, in presenza di procedimenti Via avviati e/o conclusi con esito positivo.

l.amato@luedi.it

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