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L’appello del Comitato donne materane che ha aderito alla campagna nazionale “Scioperò ma non basta” nella Giornata internazionale contro la violenza alle donne, a Matera,  ha sfidato anche la pioggia e il primo freddo invernale.

In piazza Vittorio Veneto, ieri pomeriggio, componenti di associazioni di diverse estrazioni, studenti e scolari hanno affidato a cartelli e striscioni il senso del No alla prevaricazione violenta sulle donne.

Scarsa, purtroppo, la presenza della gente comune di quella, insomma, che ogni giorni affronta luoghi comuni, maltrattamenti, violenze psicologiche e fisiche segno che in città la sensibilizzazione ha ancora un lungo cammino da fare.

Il  passo pubblico, però, ieri è stato compiuto e, preceduto dalla musica di un tamburo e di un clarinetto, il corteo si è mosso alla volta di piazzetta Pascoli per poi tornare verso piazza S. Giovanni dove nell’ex ospedale si sono svolte altre iniziative.

Il rosso, colore- simbolo della giornata, ha animato gli striscioni ma anche le sciarpe, gli ombrelli e una lunga striscia in stoffa che circondava l’intero perimetro della sfilata. Sul concetto di identità hanno puntato le insegnanti della scuola primaria Padre Minozzi i cui scolari ieri hanno aperto il corteo  mostrando cartelli con i loro nomi. Al grido di “Fermiamo la cultura della violenza”, le donne hanno affrontato il percorso che ha toccato il centro storico da via del Corso a via Ridola e poi verso piazza S. Giovanni. Sugli striscioni frasi come “Amore, non sottomissione”, “Mai più menate” e “L’amore non è morte”.

In serata nell’ex ospedale di  piazza S. Giovanni, Nadia Casamassima e Marco Bileddo hanno letto il testo di Cristina Comencini “L’amavo più della sua vita”. Lungo la strada per giungere alla struttura le organizzatrici avevano installato sagome rotte, simbolo delle donne uccise. Nel palazo dell’ex ospedale, scarpette rosse, simbolo della lotta al femminicidio.

a.ciervo@luedi.it

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