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CROTONE – Imprese, sindacato e associazioni di categoria provano a far fronte comune contro l’ultima ondata di atti intimidatori nel Crotonese. Ma lamentano la disattenzione del mondo politico. Almeno Confartigianato il cui presidente provinciale, nell’incontro ad hoc convocato ieri in Camera di Commercio, ha lamentato l’assenza. “Mi aspettavo una maggiore partecipazione – ha detto Salvatore Lucà – invece siamo sempre i soliti”. Da cui la proposta di riconvocare un tavolo tecnico tramite l’intervento del Prefetto, per riunire tutte le rappresentanze politico istituzionali e sociali del territorio. 

Incendi, colpi di fucile, aggressioni. La provincia di Crotone come il far west. La soluzione, secondo Mimmo Tomaino della Uil, sta in “un patto di non beligeranza politica affinché ci sia unione di intenti al di là degli interessi di parte”. “No al clientelismo” ha detto Pino De Tursi di Cisl e sì ad una maggiore presenza dello Stato sul territorio per Raffaele Falbo di Cgil. “Bisogna far crescere la cultura della denuncia” secdondo il vecesindaco di Crotone, Teresa Cortese, mettendo a punto fondi a sostegno delle vittime del racket, per esempio, come intende fare la Camera di Commercio col suo presidente Vincenzo Pepparelli. 

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