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COSENZA – Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza ha notificato 9 avvisi di conclusione indagini ai manager pro-tempore dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza e ad alcuni professionisti. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha riguardato una serie di affidamenti di incarichi e consulenze a professionisti esterni all’Azienda Sanitaria. Stimato in circa 2,5 milioni di euro l’entità degli incarichi tra il 2010 ed il 2012.
Si tratta della conclusione di un secondo filone investigativo (che rappresenta il seguito e lo sviluppo delle indagini chiuse sempre dalla Guardia di Finanza di Cosenza lo scorso settembre 2013) relativo ad attività condotte nel settore del contrasto delle frodi al Sistema sanitario nazionale e all’indebito conferimento, da parte dell’Asp di Cosenza, di incarichi a due professionisti esterni (un avvocato ed un ingegnere) eludendo la procedura ad evidenza pubblica e senza la preventiva autorizzazione regionale, per come chiesto dalle norme di settore, ma soltanto su base fiduciaria.
Il conferimento di incarichi a legali esterni avveniva, secondo le indagini, nonostante la presenza di otto professionisti nell’Ufficio Legale dell’Asp. L’Azienda, nel solo 2010, ha conferito circa 119 incarichi legali, per una spesa pari a circa 1,3 milioni di Euro; nel 2011, 58 incarichi per circa 700 mila Euro; nel 2012, 52 incarichi per circa 500 mila euro. Un solo legale ha totalizzato, nel 2011, 18 incarichi e, nel 2012, ben 34 incarichi. A conferma di tale ultimo dato, le Fiamme Gialle hanno accertato che il citato legale avrebbe lucrato dal 2009 al 2012 introiti professionali dall’Asp di Cosenza per circa 800 mila Euro.
Nel corso delle indagini, coordinate dal procuratore capo Dario Granieri e dirette dal procuratore aggiunto Domenico Airoma e dal sostituto procuratore Domenico Assumma, è stato accertato, inoltre, che per un lavoratore dipendente non solo veniva stabilita indebitamente la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo parziale a tempo pieno ma, addirittura, allo stesso veniva consentito, senza alcun titolo abilitativo, l’esercizio – quale praticante abilitato – del patrocinio legale per contenziosi dell’Azienda sanitaria.

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