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Incendio a Maratea la scorsa estate: nella perla del Tirreno episodi del genere si ripetono con costanza

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ROMA – La tragedia del Portogallo devastato dai roghi fa suonare l’allarme anche in Italia: l’estate 2017 rischia di essere critica per ragioni climatiche (caldo e siccità), ma preoccupa anche la ristrutturazione delle competenze con l’assorbimento del Corpo forestale in altre amministrazioni, nonchè la “pigrizia” delle Regioni: in 6, accusa il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, non hanno mezzi aerei per intervenire nello spegnimento. «Dobbiamo essere ancora più attenti e pronti», è l’invito. La campagna antincendio boschivo 2017 è iniziata da pochi giorni e martedì scorso il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha inviato le tradizionali «Raccomandazioni» alle Regioni per un più efficace contrasto.

Gli ultimi dati non sono incoraggianti: nel 2016, infatti, sono andati in fumo 58mila ettari di boschi, il 40% in più rispetto al 2015. E nei primi mesi del 2017 le richieste di intervento delle Regioni alla flotta aerea dello Stato sono aumentate «al punto da risultare la stagione invernale più complicata dal 2004, dopo il 2012». La raccomandazione, prosegue il premier, «è oltremodo necessaria quest’anno per effetto della riforma che ha portato all’assorbimento del Corpo forestale dello Stato in altre amministrazioni».

Il fatto è stato sottolineato ieri anche da Curcio che ha parlato di «anno particolare: dobbiamo fare i conti con una profonda riorganizzazione a tutti i livelli, ma non possiamo permetterci di sottovalutare il rischio, soprattutto con queste temperature così elevate già oggi». Da parte sua, il sindacato Conapo, fa notare che i vigili del fuoco hanno «ereditato i compiti del soppresso Corpo Forestale dello Stato senza però un correlato sufficiente numero di uomini» e molte Regioni «non hanno ancora stipulato le convenzioni che stanziano i fondi di potenziamento del servizio». Ed a mettere sul banco degli accusati le Regioni oggi è stato anche Curcio. Sicilia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Marche e Umbria, spiega, «hanno dichiarato di non avere disponibile alcun mezzo aereo per intervenire, laddove ce ne fosse bisogno, sugli incendi boschivi particolarmente impegnativi». Rispetto allo scorso anno la flotta aerea dello Stato è stata potenziata: dispone di 16 Canadair ClA15 e 4 elicotteri Erickson S64F, cui potranno aggiungersi altri elicotteri delle forze armate e dei vigili del fuoco.

La flotta è dislocata su 14 basi: Cagliari, Catania, Ciampino (Rm), Napoli – Capodichino, Comiso (Rg), Genova, Grottaglie (Ta), Lamezia Terme (Cz), Olbia, Trapani, Rieti, Cecina (Li) e Viterbo. In caso di incendio le prime a intervenire sono le squadre di terra coordinate dalle Regioni. Se il fuoco è troppo esteso e il lavoro delle squadre a terra non è sufficiente, chi dirige le operazioni di spegnimento può chiedere l’intervento dei mezzi aerei in dotazione alla Regione. Se questi non sono a loro volta sufficienti la Regione chiede al Centro operativo aereo unificato l’intervento della flotta dello Stato.

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