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PISTICCI – Era l’ottobre del 2005 ed il Basento, in zona Pisticci Scalo, si tinse di nero. La sostanza oleosa che lo inquinò derivava dal canale di Tecnoparco. Successive analisi appurarono la presenza di elevati “valori di cod, sostanze oleose totali ed idrocarburi totali”. La Forestale denunciò  “un grave inquinamento del fiume Basento, in località Sant’Angelo di Pisticci, ad opera della Tecnoparco Spa”. 

Ma quella storia sembrò la risultanza di un incidente nel quale, peraltro, i reflui del petrolio non c’entravano nulla. Le attenzione si rivolsero principalmente ad alcuni liquidi oleosi riguardanti il processo di funzionamento della centrale elettrica. A lavare la memoria ci pensò l’acqua, che col tempo ebbe la meglio sulle macchie nere depositate nel fiume e lungo le sue sponde. Diversa e più strettamente connessa con il ciclo dei rifiuti liquidi derivanti dal petrolio lucano è la lunga vicenda dei miasmi che hanno ammorbato il quartiere residenziale di Pisticci Scalo e le zone limitrofe. A volte i cattivi odori tornano a farsi sentire, ma tendenzialmente la situazione sembra migliorata. Non la pensa così il Comitato Pisticci Scalo Pulita che ritiene disattesi gli impegni più importanti da parte della Regione ed irrisolto il grosso della questione.Finora, comunque, sono stati spesi 380 mila euro di soldi pubblici per coprire alcune vasche di trattamento ed installare i famosi scrubber. Il mese scorso l’assessore Berlinguer aveva annunciato lo sblocco di fondi per 1.3 milioni di euro (sempre soldi pubblici) per la copertura delle altre 6 vasche dell’impianto (dopo le prime 3). Cifre che fanno riflettere anche su un altro aspetto, relativo a certe società partecipate in cui sostanzialmente le spese le paga il pubblico ed i guadagni sono dei privati. Proprio l’assessore Berlinguer era stato in visita a Tecnoparco lo scorso mercoledì, assieme al sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, all’assessore comunale Grieco ed al presidente del Forum Ambientale Cirigliano. Il sopralluogo era finalizzato a prendere conoscenza diretta della realtà industriale valbasentana. Ad accompagnarli quel Frullo che era già stato raggiunto dall’avviso di garanzia per l’inchiesta dell’antimafia potentina. Ma all’impianto stava proseguendo tutto regolarmente. 

Anche il sindaco di Pisticci, peraltro, ha appreso la notizia solo dalla stampa. “Attendiamo con fiducia l’operato dei magistrati” è stato il suo primo commento. “Io posso solo ricordare – ha tenuto a spiegare – che noi abbiamo vigilato e chiesto più controlli e maggiore attenzione per il territorio, per l’ambiente e per la sicurezza delle persone. I nostri rilievi di giugno, peraltro, attestarono la presenza di idrocarburi in eccesso nel Basento. I dati erano pubblici. Non so se anche questo ha contributo all’inchiesta. Non voglio assolutamente anticipare sentenze, ma se l’attività della procura trovasse delle conferme vorrebbe pur dire che certi nostri sospetti erano fondati ed a quel punto non avrei alcuna remora a prendere qualsiasi decisione per impedire il realizzarsi di certi scempi sul nostro territorio. Il lavoro è lavoro, ma la salute dei cittadini e dell’ambiente viene prima di tutto”. Non c’è bisogno di attendere l’esito delle indagini, invece, per capire quanto la filiera del petrolio lucano sia connessa con la Valbasento. I recenti sviluppi d’indagine lo confermano, ma non era fatto segreto che Eni smaltisse i reflui da estrazione a Tecnoparco, cioè a Pisticci. E’ in questo senso che la visione del sindaco di Pisticci sulle royalties per tutti i lucani si rafforza: “Ho sempre detto che la filiera del petrolio inizia a Viggiano e termina a Pisticci. E’ un fatto oggettivo che sarebbe assurdo ignorare. Noi non chiediamo vantaggi per noi, ma per tutti. Questo territorio ha mille motivi per farlo: i reflui a Tecnoparco, l’oleodotto, le estrazioni iniziate sin dagli anni ’60, una strada distrutta dai camion dalla Val d’Agri e quei tumori in aumento che tanto ci preoccupano”. Il riferimento alla contrapposta visione del consigliere regionale Robortella è chiaro: “La Lucania – incalza Di Trani – va difesa nella sua interezza, senza lotte di campanile. Certi atteggiamenti ci danneggiano. Mi sembra chiarissimo che laddove vi sono anche dei vantaggi dal petrolio, questi devono essere per tutti, così come gli svantaggi sono per tutti. Non possiamo ragionare per interessi contrapposti. Soprattutto non può farlo un partito come il Pd che vuole rinnovarsi. Io resto convinto che il presidente Pittella condividerà questo messaggio. Diamogli tempo. Sono sicuro che realizzerà ciò che di cui abbiamo bisogno”.

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