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I dati pubblicati oggi da «Il Sole 24 Ore» devono essere analizzati in relazione al contesto socio-economico della Basilicata e del Mezzogiorno: dal quadro complessivo dei 12 indicatori, emergono però elementi positivi per l’Unibas, sulla ricerca, sul gradimento degli studenti e sull’occupazione, in particolare se visti in relazione al confronto nelle classifiche con atenei «storici» e importanti.

E’ questa la posizione espressa, in una nota, dall’Università della Basilicata. «Un eccezionale ottavo posto è richiamato per il gradimento degli studenti», con «la dimostrazione dell’impegno dell’Ateneo lucano in questi anni, premiato dai fruitori stessi dell’offerta didattica. Anche in questo caso, la Basilicata precede ad esempio Siena, Trento, Venezia e Roma», e «ha un livello di tassazione tra i più bassi in Italia».

Positivo anche «l’indicatore sulla mobilità» che «si traduce in un ottimo grado d’internazionalizzazione messa a disposizione dalla Basilicata ai suoi iscritti». Il dato sugli iscritti riporta la percentuale degli studenti non lucani (19,3%), «in aumento rispetto all’anno precedente e superiore a quelle di Roma Tor Vergata, Padova, della Bicocca di Milano o della Federico II».

Sul dato relativo all’occupazione, infine, la stima viene fatta sul campione complessivo (quindi per laureati triennali, magistrali e a ciclo unico), ma «tutte le ricerche hanno però sancito che gli studenti proseguono gli studi dopo il primo triennio, rimandando quindi al post laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro: dopo cinque anni, il 78,8% dei laureati magistrali Unibas ha un lavoro, rispetto a una media nazionale del 77,2%».

L’istituzione dell’Università, ha detto la Rettrice, Aurelia Sole, «ha avuto in Basilicata conseguenze inestimabili per la crescita e la
formazione dei giovani, contribuendo così al progresso dell’intera comunità. Oggi l’Unibas rappresenta una concreta e preziosa risorsa, nella ricchezza e nell’articolazione dei suoi ‘bisognì e delle sue potenzialità di sviluppo per il territorio lucano e per l’intero Mezzogiorno». (ANSA).

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