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Il crollo della Borsa cinese (-8,5%) che si ripercuote in tutto il mondo (Milano -3%) mentre il Fondo monetario internazionale gela l’Italia: le servono 20 anni per tornare ai livelli pre-crisi, ma per il Tesoro, Pil e Fisco vanno meglio del previsto. Molti giornali mettono le due notizie in relazione, sotto lo stesso titolo, come a proposito di quelle riguardanti il caso Crocetta (indagati i giornalisti dell’Espresso per pubblicazione di notizie false; per uno dei due la Procura di Palermo ipotizza anche la calunnia) e l’emendamento dei deputati pd Ermini e Verini sulle intercettazioni (niente carcere per i giornalisti che nell’ambito del diritto di cronaca utilizzano conversazioni registrate di nascosto). 
Su molte prime pagine un richiamo alla conferma in Appello degli ergastoli per Cosima Serrano, Sabrina Misseri e Michele Misseri nel processo sull’omicidio a Sarah Scazzi; al calendario di Serie A e alla morte dello scrittore Sebastiano Vassalli, 73 anni: il Corriere della Sera pubblica un testo che chiude il romanzo “Io, Partenope” in uscita in 3 settembre per Rizzoli. La testata di via Solferino condivide con la Repubblica la scelta di pubblicare nella grande foto in prima la copertina del New York Magazine, che ritrae in uno scatto collettivo le 35 donne vestite in nero che raccontano di essere state stuprate da Bill Cosby. 
Tornando alla crisi, il Corsera pubblica a pagina 2 un interessante grafico sui posti persi dal 2008 al primo trimestre del 2015 (fonti Nato, Financial Times, Reuters, Der Spiegel, Frankfurter Allgemeine Zeitung): nella generalizzata flessione del Mezzogiorno, la Basilicata è la regione in cui il dato è meno preoccupante di tutte le altre: -6,2% di posti di lavoro in meno, ovvero 12mila (erano 194mila nel 2008 e sono 182mila nell’ultima rilevazione). Sul Mattino Giuseppe Berta scrive che l’auto può rappresentare un traino, e inserisce Melfi nella rinascita del settore con Grugliasco e Pomigliano d’Arco. Intanto, però, il titolo Fca va male in borsa: giù del 7% dopo la maximulta che il gruppo di Detroit dovrà pagare al ministero dei Trasporti Usa per aver violato le norme sui richiami delle auto difettose. 

e.furia@luedi.it

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