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MATERA – Lunedì festeggerà 37 anni con una nuova sfida da condurre in porto, in barba agli 86 candidati che hanno corso per il suo stesso incarico. Per 25 mila euro netti all’anno, dovrà condurre la città dei Sassi fino al podio europeo. Nato nel 1977 ad Avignone ma naturalizzato italiano, è cittadino del mondo per gli interessi professionali accumulati in America e in Europa. Joseph Grima è da ieri il nuovo direttore artistico del Comitato Matera 2019.  Dal liceo scientifico statale di Assisi, dove si diploma nel 1997, i suoi studi sono proceguiti alla Brookes University di Oxford fino al 2000. L’anno dopo e fino al 2003 segue il master della scuola di Londra. Tra luglio e agosto scorsi è stato ricercatore all’università di Palo Alto in California.

Compleanno a Matera?

«Mi piacerebbe molto, ma ho un debito con la mia famiglia e andrò in montagna. Presto comunque ci faremo tutti vivi in città».

Conosceva già la città? Ne aveva notizia?

«La conoscevo molto bene per la sua fama. Questa città è leggendaria per la sua architettura geologica e questa è uno degli aspetti che mi attratto di più».

Il suo settore di riferimento è l’architettura. Come si può lanciare una città così caratteristica come Matera, con un passato architettonico millenario, verso il futuro nel 2019?

«Questa città è ricca di memoria ed esperienze.

Siamo in un momento della storia in cui è importantissimo guardare al futuro, fermandoci però sull’incredibile ricchezza che abbiamo, non dandola per scontato.  Vorrei ripartire da ciò che abbiamo, osservandolo  in chiave contemporanea».

La tendenza mondiale è quella di muoversi all’insegna della semplicità, come stanno già facendo molte metropoli. Matera le ricorda esperienze che si potrebbero mutuare da altre realtà?

«La ricchezza principale di Matera sono i suoi cittadini. L’aspetto che mi è piaciuto di più del dossier, a differenza di altre candidate, è che si tratta di un concetto completamente aperto in cui tutti i cittadini sono stati coinvolti, un processo che avviene grazie alla collaborazione. Questo spirito  è un modello per il futuro, molto più facile da applicare a città delle dimensioni di Matera, da cui possono imparare luoghi molto più grandi. Il forte senso di comunità è una risorsa insostituibile».

Oltre alla comunità, c’è un altro elemento che può fare la differenza e trasformare la città nella capitale europea della cultura nel 2019?

«Credo che conti anche la sua posizione geografica.

Matera si trova all’interno di una parte dell’Europa che ha bisogno di essere scoperta e rivalutata e che è cambiata moltissimo negli ultimi decenni, e di cui molte persone sanno poco.

Credo che questo aspetto sia uno dei vantaggi migliori.

Tutte le candidate sono città bellissime, ma Matera unisce tanti elementi strategicamente insostituibili».

Si può dire che la parola d’ordine sia  “piccolo è bello”?

«Lo do’ per scontato. Penso sia come un piccolo laboratorio in cui si può costruire il futuro dell’Europa».

Il suo nome, ieri, in sala giunta, è diventato il rompicapo del mattino fino a che i componenti del comitato non lo hanno reso pubblico. Joseph Grima è in queste ore l’uomo più atteso della città e certamente il prossimo compleanno lo attende tra i Sassi.

a.ciervo@luedi.it

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