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PARTITI da Pignola, eravamo prossimi alla meta, agli ultimi tornanti immersi nei boschi. Sulla sinistra,di fronte alla scarpata scoscesa che fiancheggia la strada,si erge il costone in cima al quale svetta una costruzione bianca che poi ci diranno essere il Santuario di Monteforte (il dolce suono della campanella si va diffondendo proprio adesso giù per la valle…).

Al centro del costone ci par di notare,fra i rami divenuti più radi in quel tratto, un qualcosa che non mi aspettavo di trovare in quello scenario solitario: una serie di archi in pietra che sostengono una strada.

Ho pensato subito ad una strada parallela ormai in disuso, avendo scartato che potesse trattarsi di ferrovia. La ferrovia qui tra le montagne,a collegar paesini? Ma no,era sicuramente una strada,se pure le opere d’arte mi sono apparse sproporzionate per una stradina.

Percorriamo poche centinaia di metri e ci appare,sempre a sinistra ma più in basso,Abriola e la sua piccola stazione ferroviaria: dunque di ferrovia si tratta! Accosto a destra in una viuzza sterrata per scattare delle foto panoramiche e, altra sorpresa, fuochi di artificio sui tetti della cittadina,il giorno di ferragosto,in pieno assolato giorno!Una processione fra le stradine,con i cori dei fedeli a permeare di religiosità vallate e colline per giungere poi distinti fino a noi.

Che bella accoglienza,ci mette allegria; arrivati, parcheggiamo la fedele Panda e seguiamo la processione che si snoda fra le strade sui bordi delle quali sono sparsi felci e fiori. Poi, vicino ad una fontanella di acqua freschissima,per terra strati di chicchi di riso per una sposa che,come tutte le spose di Abriola ( uno dei Patroni del paese è San Valentino), poco prima aveva sostato lì per le foto di rito.

Due signore ed una bambina,sedute su gradini a godersi lo scorrere dell’acqua ci spiegano che è la festa della Madonna Assunta in cielo e che sì,da lì,dal casello di Monteforte, passava la ferrovia, e da lì ci si arrampicava poi a piedi per andare alla Chiesa-Santuario della Madonna. La ferrovia Potenza Pignola Abriola Anzi Laurenzana fu inaugurata fra il 1919 ed il 1931 e chiusa fra il 1969 ed il 1980: l’anno del tragico terremoto, uno dei tanti che segnano da sempre la storia della nostra Terra.

Per fortuna fervono da tempo numerose iniziative per non perdere definitivamente la storia ed il tracciato della strada ferrata,che possono costituire davvero volano di sviluppo per tutta l’area, se recuperati ed opportunamente valorizzati e posti a sistema con altre realtà della zona.

A proposito di realtà della zona,mi rimane la curiosità di sapere come sono i pasticcini al cioccolato e cacao dei Dapoto. Maria, appena conosciuta, ci aveva invitati a passare dalla loro pasticceria prima di andare via.

Ma non c’è stato tempo…peccato. Durante il percorso cittadino conosciamo poi per caso Raffaele Lapenta che ci invita a soffermarci sul terrazzo panoramico della piazza principale per ammirare la sottostate vallata dalla quale spuntano isolate due enormi rocce a sinistra,poi un pezzo di centro storico sulla destra e sullo sfondo il Volturino.

Ci presenta altre persone che ci raccontano di Abriola,dei Saraceni che in quel luogo si insediarono verso il nono secolo,seguiti poi dai Longobardi e poi via via da tanti altri. Luogo oggetto poi di scorrerie di briganti,storia non diversa da tutti gli altri paesi della Lucania,terra colonizzata e depredata, e non solo nel passato…

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