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POTENZA – La Cgil lo aveva ribadito anche nei suoi dieci punti rivolti a Marcello Pittella: in Basilicata si deve cominciare ad operare lungo una sistematica stabilizzazione dei contratti precari, partendo comunque dalle proroghe dei contratti. Ma a giudicare dalle tre sigle sindacali che ieri sono intervenute in conferenza stampa la questione potrebbe essere molto lunga. Tanto che adesso si comincia a dire che questa Regione, guidata da Pittella, non rispetta i patti, non è capace di prendere decisioni né tantomeno ha un’idea chiara e precisa di cosa fare con l’esercito dei precari ormai a contratto scaduto. Perché non ci sono soltanto quelli del Po Fesr, 87 per la precisione, con contratto scaduto il 4 febbraio. Ci sono i forestali, 32 per la precisione, che aspettano ancora il rinnovo a due mesi di distanza così come i 48 precari dell’Alsia.

E tutte queste persone erano presenti ieri alla conferenza stampa dei sindacati. Gli stessi che dal 30 dicembre, giorno dell’incontro con Pittella per chiudere la vertenza dei contratti scaduti, non è cambiato quasi nulla. «Nonostante le riunioni e i presidi – dicono – non è cambiato quasi nulla». E i co co co del Po Fesr non sono esenti da tutto questo. Dalle notizie che arrivano dalla regione si parla di un bando di proroga, un bando che però non rassicura i sindacati, perché assicurerebbe una selezione soltanto per sei mesi. E questo riguarderebbe solo i tecnici che hanno lavorato sui finanziamenti europei.

Tre vertenze, dunque, per un totale di oltre 160 persone coinvolte in un modo o nell’altro all’interno della macchina amministrativa. Ora, stando a quanto dicono i sindacati c’è bisogno di ulteriore concertazione, di riaprire il tavolo sui contratti e di chiudere la partita nel più breve tempo possibile. Anche perché sia chi lavorava all’Alsia che i forestali hanno tutti i requisiti per poter essere stabilizzati. La colpa, in questa marea di emergenze, è tutta della Regione «incapace di gestire questo tipo di processi e rispettare gli impegni assunti. Dunque, accelerare i tempi tecnici è fondamentale per evitare che diverse famiglie si ritrovino senza reddito, ma c’è anche bisogno di ampliare la riflessione e capire se ci sono i margini non solo per la stabilizzazione ma per il completo abbattimento di quella che viene considerata ampiamente una «piaga sociale».

«Nella pubblica amministrazione il precariato ha assunto ormai dimensioni troppo grandi – si dice durante la conferenza stampa – Il dato in Basilicata è di circa mille persone, un dato che peraltro sembra stazionario. Tra il 2002 e il 2008 abbiamo proceduto a diverse stabilizzazioni, molti sono entrati nei progetti Vie Blu, chi al Comune di Potenza chi alla Provincia. Abbiamo avuto possibilità di questo tipo. Il problema però p che in questi ultimi anni la pubblica amministrazione ha utilizzato moltissimo precariato». La cifra in percentuali è effettivamente molto alta. Si parla di circa il 13% dei dipendenti pubblici in totale. «Tutta forza lavoro – continuano – giovane e capace che potrebbe rinnovare al meglio gli uffici e la pubblica amministrazione». Ma per il momento non se ne parla proprio, tanto che la conferenza stampa di ieri è servita anche per avviare una campagna di sensibilizzazione utile ad accompagnare «i tavoli e le trattative già in corso ma anche ad accelerare i tempi che per molte famiglie sono vitali».

Il messaggio che deve arrivare alla Regione è uno solo: «Dopo la nomina dei direttori generali la macchina amministrativa può entrare in pieno regime, adesso non ci sono più alibi. Altrimenti bisognerà pensare che questo continuo mantenimento del precariato sia da imputare ad un atteggiamento della politica utile a manovrare e ricattare il più possibile queste persone». D’altra parte l’accordo con la Regione raggiunto a dicembre prevedeva una sola forma di tempo flessibile, che è quella del tempo determinato. Altri tipi di contratto non possono essere contemplati. Adesso si è veramente ad un bivio, fermo restando che oltre l’ennesimo tavolo di concertazione la situazione potrebbe “scaldarsi” nelle prossime settimane. E ai nuovi assessori toccherà affrontare anche questa. Dunque la rivoluzione di Pittella dovrà passare per forza da queste situazioni, a partire da Po Fesr, Alsia e tecnici forestali. Poi ci sarà da fare i conti con il resto (compresi gli lsu che ieri erano a via Verrastro a manifestare) e tenere fede agli impegni. Altrimenti lo scollamento tra sindacati e Regione sarà sempre più marcato, con tutto quello che ne consegue. Ma, a giudicare dalla situazione economica attuale, sarà molto complesso procedere alla stabilizzazione in tempi brevi.

v.panettieri@luedi.it

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