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CHI l’ha detto che la Basilicata è terra di turismo solo in estate e solo a Maratea, Metaponto o Matera? Vanity Fair inserisce la Lucania meno nota in una top ten pubblicata sul suo sito web: una vetrina eccezionale per Guardia Perticara, Noepoli, Senise e Cancellara. La gallery è firmata da Giulia Ubaldi, giovane ricercatrice che ha ideato il progetto “Cento Volte Mezzogiorno”, volto alla «riscoperta di quell’infinità di paesi che costituiscono il fortissimo tessuto sociale intrecciato intorno alle grandi città. Così come si dice che dietro ogni grande uomo c’è una grande donna, così, dietro ogni grande città ci sono dei grandi paesi. In tutti i 100 paesi del Sud. Se come sostiene il paesologo Franco Arminio quando scrive che il Sud è sempre convinto che il buono sia altrove, questo è un modo per scoprirne l’altra faccia – scrive Giulia –. Quella che spesso solo le persone provenienti dall’esterno sanno riconoscere».

Si va dalla Chiesa di Francesco di Senise (risalente al 1270), paese del pepe crusco, alla focaccia di Cancellara, «alta, dal sapore antico e dalla consistenza intensa. A volte anche il senso del gusto può riportarci in altre dimensioni, quando non si doveva specificare che il pane o la pizza erano cotti in un forno a legna, perché quello era l’unico esistente». E poi ancora il percorso sentimentale «per giungere a Noepoli è infinito, una strada a curve che sembra non terminare mai. Qui si respira la classica atmofera lucana di silenzio e abbandono, soprattutto tra i bar, rimasti intatti dagli anni Settanta. Il momento migliore per recarsi alla vecchia Noja, è alle ultime ore del giorno, quando si accendono i luminari. Così, con le sue casette illuminate nel totale buio che la circonda, risalta la sua posizione dominante e Noepoli acquista ancora un senso».

Senza dimenticare Guardia Perticara: «Giunti qui – annota Giulia Ubaldi sul suo poetico taccuino per immagini – si dimentica di essere al Sud, catapultati nella perfezione quasi stucchevole dei borghi toscani, tra l’uniformità di case in pietra e balconi ornati di fiori. Dopo il terremoto del 1980 restò ben poco di Guardia, che prima non era in pietra, motivo per cui viene chiamata nei dintorni “un falso”. L’amministrazione fu lungimirante, capace di incanalare il denaro ricevuto sulla strada giusta e onesta della ricostruzione, senza assecondare le volontà degli abitanti, magari per una vittoria facile. Oggi l’aver fatto la differenza è stato premiato: è sia tra i borghi più belli d’Italia che tra quelli con la Bandiera arancione per i piccoli comuni dell’entroterra con un’alta qualità turistico-ambientale». E allora buon viaggio tra le meraviglie semplici e meno conosciute di Basilicata.

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