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DOPO la bella e calda accoglienza sul palco di piazza Ilvento, De Blasio è stato accompagnato a casa Briganti, dove ha vissuto sua nonna fino al 1901, sotto la Chiesa Madre. Sul tragitto la piccola sorpresa del Comitato feste popolari nel Chiazzotto, dove hanno suonato per lui delle melodie tradizionali. Bill ha lasciato il corteo per abbracciare da dietro i suonatori, tra i sorrisi di tutti.

Ma la pagina più triste della visita grassanese, si è consumata pochi minuti dopo proprio davanti a casa Briganti, dove De Blasio si è soffermato per circa mezz’ora, insieme con la sua famiglia, a leggere la targa davanti la porta. Poi si è fatto immortalare con una macchina fotografica usa e getta, prima di chiamare una fotografa professionista. Dopo essersi commosso, Bill ha voluto fermare personalmente il momento dei figli che mostravano orgogliosi la targa.

La tristezza traspariva dal fatto che il sindaco di New York è rimasto per molto tempo, seduto sul muretto davanti la casa di sua nonna senza poter entrare, magari per respirare quella storia di affetti, che forse ancora trasuda dalle pareti. Ci siamo chiesti il perchè, ma nessuno ha saputo risponderci; forse gli attuali proprietari dell’abitazione non hanno voluto aprirla; forse nessuno lo ha chiesto ufficialmente.

Sarebbe stata una grande cortesia fargli trovare la porta aperta, magari con qualcuno che fosse in grado di spiegargli la storia di quella casa, per quanto tempo era appartenuta alla famiglia Briganti, di umili origini. Il sindaco della Grande Mela avrebbe potuto immaginare la vita di sua nonna, che non ha conosciuto direttamente, ma che ha identificato nei ricordi e negli insegnamenti morali ricevuti dalla madre Maria. Forse lo ha fatto, ma davanti a una porta chiusa.

A nostro avviso è stato un segno di scortesia, un neo sull’apparato dell’accoglienza, che tutto sommato funzionava bene. Forse Bill non ha colto questa defaillance, o forse non le ha voluto dare peso, visti i sorrisi suoi e dei figli davanti a quella targa, che ha letto e riletto, persino accarezzandola prima dell’arrivo del sindaco Sanseverino, che comunque non è servito ad aprire quella porta.

Un episodio che cozza decisamente con la cortesia, la giovialità e l’affetto mostrato dal popolo grassanese e dai lucani tutti, visto che erano presenti quasi tutti i sindaci del Materano, i parlamentari Latronico e Di Maggio, il presidente della Provincia Stella, oltre ad esponenti politici regionali. Tanto affetto e partecipazione, sporcati da una porta chiusa.

a.corrado@luedi.it

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