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«E’ stata una festa con molte novità, più partecipazione e soprattutto nel segno della tradizione. Il Carro è stato distrutto dopo Santa Lucia, le luminarie sono stata una cosa unica e con pochissimi paragoni».

Mimì Andrisani il presidente dell’Associazione Maria Santissima della Bruna insieme a don Vincenzo Di Lecce traccia un bilancio dell’evento del 2 Luglio a poche ore dalla conclusione. Il punto di partenza è l’enorme partecipazione popolare, oltre duemila “particole” cioè le ostie non sono state sufficienti alla processione dei pastori eppure avevo organizzato la cosa pensando all’anno precedente, questo vuol dire che la partecipazione è stata superiore al passato» spiega don Vincenzo Di Lecce e sempre rimanendo alla prima parte della giornata Mimì Andrisani interviene sulla questione fuochi, su alcune attese non soddisfatte di molti giovani.

«Bisogna abituarsi a seguire i fuochi e non a doverli precedere, non può essere questa la strada.

Io ho visto una maggiore partecipazione a seguire il quadro rispetto al passato.

Poi abbiamo cercato di soddisfare le diverse esigenze magari dei fuochi a terra che possono entusiasmare i più giovani con quelli aerei.

Tenendo presente le diverse fasce di età. E sarà così anche in futuro. Abituiamoci poi a vedere dei microspettacoli e dei macrospettacoli che dipendono dalle condizioni di sicurezza in cui i fuochi avvengono.

E’ normale che in posti come Serra Venerdì e Bottiglione con più spazio si possa provvedere a macrospettacoli mentre in altre situazioni come nei pressi della Provincia si è fatto ricorso a situazioni diverse, anche i tempi dei fuochi in quei frangenti non erano affatto casuali».

Altro momento importante della Festa del 2 Luglio è stato quello pomeridiano e della processione che ha visto molte persone non attendere, semplicemente, il Carro in piazza a Matera ma seguirlo con un corteo molto partecipato fino al centro della città ed ai momenti decisivi. In tutto questo è emersa anche una scelta nuova in controtendenza rispetto al passato con le barriere antipanico limitate solo all’ingresso nella piazza e a pochi altri tratti e non a tutta via del Corso.

«Una scelta ben precisa che è andata» hanno spiegato sia Andrisani sia don Vincenzo, «nella direzione di indicare una cultura della festa e di dare la responsabilità della sua riuscita ai cittadini ancora di più che alle forze dell’ordine. In questo senso ringrazio il lavoro fatto da Prefetto, Questore e da tutte le forze dell’ordine nel presidiare completamente l’andamento della festa che non ha avuto alcun intoppo. Anzi più che mai non c’è stato alcun ferito o episodio increscioso nel corso della strappo finale del Carro della Bruna». Ritardi per la larghezza del Carro? «Non credo che si siano persi più di pochi secondi per questo motivo, certo non potrà diventare una consuetudine perchè ci auguriamo nei prossimi anni di dover andare in Cattedrale e lì il Carro così largo non potrà arrivare.

Per il resto la Festa si è svolta secondo il programma dato». Tra le novità il percorso più lungo che la Madonna discesa dal Carro ha fatto prima di rientrare in Cattedrale, un effetto importante ed un saluto finale all’anno prossimo simbolicamente molto efficaci.

«Abbiamo scelto di allungare il percorso permettendo il coinvolgimento di più persone e l’ingresso dal centro della chiesa. Già l’anno passato avevamo fatto la stessa cosa ma con un percorso diverso l’effetto non era stato lo stesso. Stavolta è sembrato davvero un saluto della Madonna della Bruna alla città ed al prossimo anno ed alla prossima festa».

Don Vincenzo Di Lecce poi a proposito del senso dello sfascio finale del Carro ha spiegato: «noi non abbiamo alcuna preclusione sullo strazzo del Carro purchè sia vissuto come momento di gioia e perchè i pezzi presi diventino un cimelio di benedizione sulle famiglie e non oggetti di scambi e di commercio».

Infine l’ultima annotazione sulla porta del Carro destinata al falegname e per la quale c’è un bando con base d’asta 500 euro e fondi da devolvere alla mensa di don Giovanni Mele. «Se non verrà aggiudicata a nessuno ed allora la porta rimarrà all’Associazione ed il Consiglio deciderà se procedere a trattativa  privata o se resterà di proprietà dell’Associazione che poi lo darà alla Curia.

p.quarto@luedi.it

 

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