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Busto Arsizio (Va), 7 apr. (askanews) – “Scopo della Lega è il raggiungimento dell’autonomia amministrativa e culturale della Lombardia, ciò realizza le aspirazioni delle popolazioni locali a un’autogoverno che tenga conto della necessità di uno sviluppo sociale legato alle caratteristiche etniche e storiche del popolo lombardo”. È l’articolo 1 dello statuto della Lega Lombarda, letto dalla notaia varesina Franca Bellorini che il 12 aprile 1984 siglò l’atto di fondazione del partito, nel corso di una rievocazione di quel giorno di 40 anni fa che si è tenuta nella sala conferenze del Museo del Tessile di Busto Arsizio.

Un Amarcord al quale non ha partecipato il segretario Matteo Salvini, né l’atteso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, né il fondatore Umberto Bossi, ma che si è incentrato sul racconto di un altro leghista della prima ora, Francesco Speroni, protagonista del libro-intervista di Marco Linari “Il volo padano”. Rispetto alla Lega di allora, ha osservato l’ex tecnico dell’Alitalia diventato all’improvviso un punto di riferimento della Seconda Repubblica, “ci sono differenze enormi, a iniziare dal capo”, “poi la Lega allora era territoriale, oggi ha carattere nazionale”, ma adesso punta dritta verso l’autonomia differenziata dopo essere “nata autonomista” ed essere passata per una fase secessionista.

Di certo dalla Lega delle origini di Bossi e Leoni, passando attraverso l’alleanza per il Nord, sino ad arrivare alla versione nazionale della Lega di Salvini, Speroni c’è sempre stato. Tanto che la sua storia rappresenta un punto d’osservazione esclusivo, frutto di vent’anni al Parlamento europeo, sette al Senato e l’esperienza di ministro nel 1994, preceduta dalla battaglie nei Consigli regionali, provinciali e comunali. Una sfida condotta sfoggiando strane cravatte, sfoderando gesti dell’ombrello, ma restando fedele alla sua Lega.

Specializzato nello studio e nella stesura dei regolamenti, Speroni ha lanciato anche un avvertimento: il ddl Calderoli sull’autonomia è sì incardinato alla Camera per l’approvazione definitiva il 29 aprile, dunque “oggi ci sono le condizioni” e “io sono abbastanza fiducioso, ma ho fatto tanti anni in Parlamento e so che le trappole sono sempre pronte”.

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