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CATANZARO – C’è una nuova, drammatica, mergenza rifiuti che si profila all’orizzonte della Calabria. E si tratta di un orizzonte vicinissimo. «Il Consiglio di Amministrazione della Daneco ha deliberato di interrompere i conferimenti presso la discarica di Pianopoli disposti dal Commissario Delegato per l’emergenza rifiuti nella Regione Calabria a far data dal 18 dicembre, a causa dell’inadempimento alle obbligazioni di pagamento assunte da parte del Commissario con il verbale del 12 novembre scorso». Lo rende noto, con un comunicato, la Daneco Impianti, una delle principali società del settore della progettazione, realizzazione e gestione di impianti per il trattamento, la valorizzazione energetica e lo smaltimento dei rifiuti. Su Pianopoli, in particolare, conferisce la spazzatura da diversi comuni delle province di Catanzaro e da ampie aree di Cosenza e Vibo. In totale si tratta di oltre 90 comuni.

«La Società – prosegue la nota – rammaricata nell’assumere tale provvedimento ha dovuto prendere atto del mancato rispetto degli accordi sottoscritti negli ultimi mesi di cui l’ultimo siglato in data 12 novembre con il Commissario delegato e il dirigente del dipartimento Ambiente della Regione Calabria. Tale accordo prevedeva tre flussi di pagamenti da parte della Struttura commissariale per il servizio reso, ma la Società ha dovuto accettare il grave ritardo con cui è stato eseguito il primo pagamento, constatare l’inadempimento del secondo e subire l’accertata impossibilità tecnica di adempiere al terzo pagamento. Per tali ragioni Daneco Impianti si vede costretta a non accettare più conferimenti a partire dal 18 dicembre. I mancati incassi degli importi dovuti dalla stazione appaltante, oltre a non consentire il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti non permette alla società di onorare i propri impegni verso i fornitori ed erario».  

«Inoltre – conclude la nota – il mancato rispetto degli impegni assunti dagli Enti sopra citati, che ha determinato crediti vantati dalla Società per oltre 20 milioni di euro, ha rallentato le attività di ampliamento del sito che permetterebbero di aumentare la capienza di ulteriori 800 mila metri cubi come da autorizzazione rilasciata in data 23 agosto 2011, la sospensione dell’attività è quindi da ricondurre anche ad una scelta aziendale che privilegia la sicurezza dell’impianto rispetto ai conferimenti, nell’assoluto rispetto della normativa vigente».

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