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Quante anomalie. Troppo pochi gli investimenti stanziati rispetto alle somme

INVESTIMENTI reali soltanto per un quarto delle somme già stanziate. E’ la più significativa della tendenze fotografata nella relazione del presidente della sezione di controllo della Corte dei conti sul rendiconto generale della Regione Basilicata per il 2012. A presentarla ieri mattina è stato il giudice Rocco Lotito che ha compendiato oltre 300 pagine di note e osservazioni.

«Relativamente alla capacità di impegno, nei precedenti referti sul rendiconto regionale, relativamente al periodo dal 2002 al 2011, è stato evidenziato che, per le spese relative ai primi due titoli del bilancio, le risorse definitivamente stanziate sono state impegnate per una percentuale oscillante da un massimo del 57,7% dell’esercizio finanziario 2004 ad un minimo del 48% dell’esercizio 2003». Così il magistrato che si è soffermato sul fatto che nell’esercizio in esame «la percentuale (58,3%) risulta migliorata rispetto all’esercizio precedente (53,6%)». Poi però è passato a verificare «quanto delle risorse impegnate per singoli settori di intervento, sia ascrivibile a spese correnti (che hanno evidenziato il sostanziale utilizzo di quanto previsto) e quanto a spese di investimento». Così è emerso che «con riferimento a queste ultime (…) il dato relativo agli impegni (338,18 Meuro) e quello degli stanziamenti definitivi (1.409,57 Meuro) dimostra che nel 2012 i programmi di spesa sono stati tradotti in pratica solo per il 24,0%, confermando la tendenza al ribasso già rilevata nei precedenti referti (le percentuali del 24,3%, per il 2011, e del 26,5%, per il 2010, sono in calo rispetto alle percentuali del 30,5%, del 33,7% fatte segnare, rispettivamente, nel 2007 e nel 2006)».

Spiacevole il confronto anche su scala nazionale dove la percentuale fatta registrare dalla Regione Basilicata non solo si sarebbe collocata «ben al di sotto della media nazionale (36,3%)», ma avrebbe costituito «anche uno dei peggiori risultati riscontrati su scala nazionale (solo due Regioni hanno presentato percentuali più basse)».

Insomma una criticità da affrontare «con la tempestiva ed idonea rilevazione dei dati sull’andamento degli impegni e dei pagamenti relativi alle risorse stanziate per spese per investimenti, effettuata a livello di singoli Dipartimenti e nel corso dell’esercizio finanziario». Per provare a «indirizzare la gestione del bilancio nella direzione del superamento delle criticità emerse» e per individuare «tutti i casi nei quali il ritardo nell’impiego delle risorse non può essere imputato a cause o soggetti esterni, così da consentire un conseguente adeguato intervento per migliorare l’efficienza e l’efficacia di utilizzo delle risorse destinate ad investimenti pubblici».

 

Cresce la spesa per i dg

Cala il numero di dipendenti e la relativa spesa, a parte autisti, segretari eccetera (categoria “b”), e direttori generali, che nel 2012 sono tornati 7 da 6 che erano per un costo di soli 60 mila euro in più. Ma al netto dei vari premi di risultato ancora di là da venire. 

E’ quanto evidenziato dalla sezione di controllo della Corte dei conti sul capitolo “personale” del rendiconto di bilancio 2012 della regione. «Dai prospetti, elaborati sulla base dei dati trasmessi nella predetta nota, è emerso, in generale, un decremento del 2,98% della spesa di personale 2012 (49,54 Meuro) rispetto a quella dell’anno precedente (51,07 Meuro). Si è notato che, tranne l’incremento che interessa le spese della categoria B (+1,26%) nonostante le relative unità addette appaiano comunque in diminuzione (-0,93%), per tutte le altre categorie si registra una diminuzione sia della spesa (-2,32% cat. D, -4,89% cat. C, -7,35% cat. A) sia della consistenza numerica (-1,57% cat. D, -1,94% cat. C, -7,69% cat. A)». Così Rocco Lotito.

Segue il trend ribassista il dato delle retribuzioni dei dirigenti «54 a fronte di 58 dell’esercizio precedente» per una spesa di 5,17 milioni a fronte dei 5,65 del 2011 che vuol dire 95mila per ognuno di loro, meno del 2011 ma ancora più del 2010. Quanto invece all’«entità della spesa relativa ai dirigenti generali» il magistrato fa notare che «continua ad aumentare (da 926 Meuro nel 2011 a 987,78 Meuro nel 2012). Quanto alla spesa unitaria (…), la stessa risulta circa di 139,4 migliaia di euro».

Un po’ più debole ma soltanto di qualche decimale il calo della spesa del personale del Consiglio regionale che da 6milioni e 770mila euro passa a 6milioni 600mila, segnando un – 2,62%. «I decrementi maggiori, in percentuale, si registrano per i dirigenti (-15,82%) – annota la Corte dei conti – e per il personale della categoria D (-4,26%), ed in entrambi i casi risultano due unità in meno. Si rileva, peraltro, l’elevata incidenza rispetto al totale (28,75%) della spesa relativa al personale non di ruolo (in cui sono comprese le spese per il portavoce del Presidente del Consiglio Regionale, il personale comandato da altri enti presso i gruppi consiliari e le segreterie particolari del Consiglio Regionale, il personale comandato presso le strutture del consiglio e i giornalisti a tempo determinato), pari a 1,5 Meuro».

Detto ciò viene sottolineato che la spesa per il dirigente generale «passa dai 138.974,00 euro del 2011 ai 147.513,00 euro del 2012», mentre quello degli altri dirigenti «passerebbe da 112.508,50 euro del precedente esercizio a 189.410,00 euro dell’esercizio in esame».

Infine ci sono i costi «degli organi istituzionali e dei gruppi consiliari riferiti agli esercizi finanziari dal 2010 al 2012» aumentati negli ultimi 12 mesi «sia per gli impegni (11,32 Meuro nel 2012 a fronte di 11,04 Meuro nel 2011) sia« per i pagamenti totali (11,44 Meuro nel presente esercizio rispetto a 10,93 del precedente)». Motivo per cui la corte «nell’evidenziare conclusivamente la necessità di una costante verifica, da parte degli organi regionali preposti, dell’integrale rispetto delle regole e dei principi sanciti da tutta la vigente normativa in materia di rapporti di lavoro, di conferimento di incarichi esterni e, in generale, di limitazione della spesa, non può non ribadire l’urgente necessità che siano ridotte quanto più possibile le spese correnti relative al funzionamento della struttura amministrativa allargata».

 

Le perdite di Metapontum Agrobios e il buco di Acquedotto Lucano

«Il totale delle perdite sulle partecipazioni delle società controllate della Regione, risultante dal conto economico, ammonta al consistente importo di 1,82 Meuro». Nella relazione della Corte dei conti sul rendiconto 2012 è scritto proprio così: «consistente». Malgrado nel 2011 le perside siano state più del doppio (3,86 milioni).

«Nel prendere atto del rapporto prodotto dal Gruppo tecnico di lavoro -scrivono i giudici della seizone di controllo – si è rilevato, però, che nonostante sia da tempo trascorso il termine di trentasei mesi previsto (…) per l’eventuale cessione delle partecipazioni che non risultassero consentite (…), non risulta assunta da parte del competente organo né trasmessa alla Corte dei conti la deliberazione motivata di autorizzazione al mantenimento delle attuali partecipazioni. Considerato, inoltre, che è emerso che sono tuttora presenti partecipazioni della Regione in società o in altri organismi svolgenti attività non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, risulta necessario che si provveda alla tempestiva applicazione di quanto previsto (…)».

In parole povere: via Verrastro deve dismettere tutte le sue strutture esterne non strettamente necessarie. D’altra parte, per quelle che dovessero rimanere «risulta, peraltro, fondamentale che siano instaurate e/o implementate da parte della Regione le procedure per verificare che (…) rispettino le vigenti disposizioni di legge alle stesse applicabili e, tra queste, quelle tese al contenimento ed alla razionalizzazione della spesa pubblica (quali, ad esempio, quelle relative all’instaurazione di rapporti lavorativi e di collaborazione di qualsiasi genere o con qualsiasi forma contrattuale, e quelle concernenti le modalità di contenimento della spesa per beni e servizi anche attraverso l’utilizzo di convenzioni o accordi quadro e delle centrali di committenza) o alla limitazione di particolari tipologie di spesa».

Tra i buchi più grossi per le casse della Regione «è emerso il pesante risultato di esercizio fatto registrare da Metapontum Agrobios sia nel 2011 (-3,90 Meuro) sia nel 2012 (- 3,21 Meuro), in conseguenza degli elevati costi della produzione (4,64 Meuro nel 2011 e 4,52 Meuro nel 2012), in buona parte costituiti da costi del personale. La consistenza del patrimonio netto della predetta società risulta di -1,63 Meuro nel 2011 e -3,26 Meuro nel 2012». Ma con Agrobios anche per Sviluppo Basilicata S.p.a. e per Acqua S.p.a. «le somme erogate dalla Regione nel 2011 costituiscono circa i 2/3 dell’intero valore della produzione, mentre il fatturato della Sel dipende quasi integralmente dai trasferimenti regionali (98,82%). Nello stesso anno – aggiunge ancora la sezione di controllo – l’incidenza dei costi di personale rispetto ai costi della produzione si presenta particolarmente elevata per Metapontum Agrobios (56,20%) e per Sviluppo Basilicata (67,20%)».

In totale quindi «le somme erogate dalla Regione agli organismi partecipati ammontano, nel 2011, a 18,18 Meuro». Ma a tirare in su l’esposizione debitoria totale è la «forte incidenza del debito di Acquedotto Lucano (165,10 Meuro nel 2011)».

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