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 La famiglia partecipa attivamente al percorso tra discussioni, ascolto e partecipazione
La “serenità” contro l’alcolismo
Un programma di educazione alla vita sana  promosso dal “club” di Bella
Lucia Bocca da oltre dieci anni continua a dedicarsi al terribile problema dell’alcol, attraverso “il Club della serenità”, rivolto alle famiglie con problemi di alcol, intenzionate a cambiare il proprio stile di vita (costruito sulla cultura del bere), attraverso un programma di educazione alla vita sana. «Per mirare l’obiettivo – ha spiegato Lucia Bocca- mi sono formata nella Scuola Alcologica territoriale (delle 300 ore), seguendo i corsi di perfezionamento e aggiornamento, i convegni di sensibilizzazione e, in seguito, sono diventata servitore-insegnante del Club».  I membri del Club sono, quindi, il servitore-insegnante e le famiglie con problemi di alcolcorrelato, che si riuniscono nell’Oratorio Parrocchiale, il lunedì dalle 15.30 alle 17.30, e tra mille difficoltà si cerca di riportare la serenità nelle famiglie. Una serenità che con l’alcol è venuta meno.  «L’intero nucleo familiare – ha continuato Lucia Bocca- viene reso partecipe, poiché il problema ricade su tutta la famiglia e per venirne a capo è utile lavorare con il metodo dei gruppi, rivolto alla discussione, all’ascolto e alla partecipazione. Bisogna rispettare poche regole, tra cui la puntualità e la regolarità degli incontri, oltre che il rispetto della riservatezza per quanto viene detto al Club». «Il servitore-insegnante – ha aggiunto Lucia Bocca- si impegna ad aprire le porte alle famiglie in difficoltà, dando un’informazione e un’educazione sugli effetti che il consumo di bevande alcoliche ha sulla salute, la famiglia e la società. Per raggiungere piena consapevolezza al problema, si utilizzano come riferimento la Carta Europea sull’Alcol, approvata nel 1995 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e il metodo ecologico sociale ideato nel 1964 dallo psichiatra croato, Vladimir Hudolin, e stimato non solo a livello internazionale, ma dal 1979 è arrivato anche in tutta Italia, nei Club Alcologici, che seguono i principi dell’auto-mutuo-aiuto».     È importante capire che l’alcol è un problema planetario, della società, presente in ogni angolo del mondo e colpisce intere generazione di donne, maschi, adolescenti, adulti e anziani.  Soltanto chi riesce a prendere coscienza dei giganteschi rischi e danni causati dall’alcol, può indirizzarsi verso uno stile di vita migliore. E entrare nel Club significa sapere che l’alcol rovina la salute, porta l’insorgere di gravi malattie (cancro apparato digerente, cirrosi epatiche, infermità mentale, infertilità, danni al feto e al nascituro, depressioni, allucinazioni, alterazioni dell’umore e del comportamento), incidenti stradali, sul lavoro, domestici, invalidità, coma etilico ecc.  Lucia Bocca ha spiegato che «le ricadute sono all’ordine del giorno, già con un semplice caffé corretto, l’alcolista (colui che abusa da troppo tempo di grosse quantità alcoliche) potrebbe compromettere ogni progresso raggiunto nel Club. L’alcol è una dipendenza, che va curata con le terapie di gruppo, evitando le medicine, ma riportando in famiglia il dialogo, l’autostima, la sincerità, la fiducia e l’armonia, i veri rimedi al benessere psicofisico, che l’alcol ha lacerato». «Inoltre, non bisogna vergognarsi o nascondersi, il problema va condiviso e affrontato, chiedendo subito aiuto. Il percorso per la disintossicazione è molto lungo, angoscioso ma è necessario per poter cambiare, difendere la salute e contenere i rischi, in certe circostanze, di non ritorno». «Essere servitore-insegnante – ha concluso Lucia Bocca- mi porta spesso a riflettere che la rete di aiuti funziona solo se esiste l’impegno e il coraggio personale, come requisito importante per non cedere mai, non chiudersi in se stessi e per andare avanti. Questo diventa il primo passo da applicare, continuamente e in ogni caso insieme alla solidarietà e alla comunicazione, utile a rompere il silenzio e l’isolamento. Proprio, in questo modo, si dimostra realmente di appartenere al “Club della serenità”». 
Maria Rosaria Aquino

POTENZA – Lucia Bocca da oltre dieci anni continua a dedicarsi al terribile problema dell’alcol, attraverso “il Club della serenità”, rivolto alle famiglie con problemi di alcol, intenzionate a cambiare il proprio stile di vita (costruito sulla cultura del bere), attraverso un programma di educazione alla vita sana. «Per mirare l’obiettivo – ha spiegato Lucia Bocca- mi sono formata nella Scuola Alcologica territoriale (delle 300 ore), seguendo i corsi di perfezionamento e aggiornamento, i convegni di sensibilizzazione e, in seguito, sono diventata servitore-insegnante del Club».  I membri del Club sono, quindi, il servitore-insegnante e le famiglie con problemi di alcolcorrelato, che si riuniscono nell’Oratorio Parrocchiale, il lunedì dalle 15.30 alle 17.30, e tra mille difficoltà si cerca di riportare la serenità nelle famiglie. Una serenità che con l’alcol è venuta meno.  «L’intero nucleo familiare – ha continuato Lucia Bocca- viene reso partecipe, poiché il problema ricade su tutta la famiglia e per venirne a capo è utile lavorare con il metodo dei gruppi, rivolto alla discussione, all’ascolto e alla partecipazione. Bisogna rispettare poche regole, tra cui la puntualità e la regolarità degli incontri, oltre che il rispetto della riservatezza per quanto viene detto al Club». «Il servitore-insegnante – ha aggiunto Lucia Bocca- si impegna ad aprire le porte alle famiglie in difficoltà, dando un’informazione e un’educazione sugli effetti che il consumo di bevande alcoliche ha sulla salute, la famiglia e la società. Per raggiungere piena consapevolezza al problema, si utilizzano come riferimento la Carta Europea sull’Alcol, approvata nel 1995 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e il metodo ecologico sociale ideato nel 1964 dallo psichiatra croato, Vladimir Hudolin, e stimato non solo a livello internazionale, ma dal 1979 è arrivato anche in tutta Italia, nei Club Alcologici, che seguono i principi dell’auto-mutuo-aiuto».     È importante capire che l’alcol è un problema planetario, della società, presente in ogni angolo del mondo e colpisce intere generazione di donne, maschi, adolescenti, adulti e anziani.  Soltanto chi riesce a prendere coscienza dei giganteschi rischi e danni causati dall’alcol, può indirizzarsi verso uno stile di vita migliore. E entrare nel Club significa sapere che l’alcol rovina la salute, porta l’insorgere di gravi malattie (cancro apparato digerente, cirrosi epatiche, infermità mentale, infertilità, danni al feto e al nascituro, depressioni, allucinazioni, alterazioni dell’umore e del comportamento), incidenti stradali, sul lavoro, domestici, invalidità, coma etilico ecc.  Lucia Bocca ha spiegato che «le ricadute sono all’ordine del giorno, già con un semplice caffé corretto, l’alcolista (colui che abusa da troppo tempo di grosse quantità alcoliche) potrebbe compromettere ogni progresso raggiunto nel Club. L’alcol è una dipendenza, che va curata con le terapie di gruppo, evitando le medicine, ma riportando in famiglia il dialogo, l’autostima, la sincerità, la fiducia e l’armonia, i veri rimedi al benessere psicofisico, che l’alcol ha lacerato». «Inoltre, non bisogna vergognarsi o nascondersi, il problema va condiviso e affrontato, chiedendo subito aiuto. Il percorso per la disintossicazione è molto lungo, angoscioso ma è necessario per poter cambiare, difendere la salute e contenere i rischi, in certe circostanze, di non ritorno». «Essere servitore-insegnante – ha concluso Lucia Bocca- mi porta spesso a riflettere che la rete di aiuti funziona solo se esiste l’impegno e il coraggio personale, come requisito importante per non cedere mai, non chiudersi in se stessi e per andare avanti. Questo diventa il primo passo da applicare, continuamente e in ogni caso insieme alla solidarietà e alla comunicazione, utile a rompere il silenzio e l’isolamento. Proprio, in questo modo, si dimostra realmente di appartenere al “Club della serenità”».

 

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