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REGGIO CALABRIA – Nella partita sui fondi ai gruppi di Palazzo Campanella i partiti politici hanno incassato una prima vittoria. La Corte dei conti, in sezione riunite, ha accolto in parte i ricorsi presentati dai capigruppo per l’annullamento della deliberazione numero 26 del 2014 della Sezione regionale di controllo della Calabria, con la quale i giudici contabili avevano verificato l’esistenza di irregolarità nella gestione della consistente mole di denaro finalizzato alla gestione dei gruppi che siedono fra gli scranni del “parlamentino” calabrese.I gruppi che hanno presentato ricorso dovranno rimborsare delle somme, ma non in base agli accertamenti di magistrati contabili calabresi. 

E’ stata, invece, bocciata la richiesta avanzata dalla giunta e dal consiglio regionale per l’annullamento tombale della deliberazione della Corte dei conti.  Il collegio della Corte dei conti, in speciale composizione, ha analizzato i ricorsi presentati da Giulio Serra, per il gruppo “Insieme per la Calabria”, Agazio Loiero per il gruppo “Autonomia e diritti”; Sandro Principe in qualità di capogruppo del Partito Democratico; Ottavio Bruni per l’Udc; Antonio Ciconte, per “Progetto democratico” e Gianpaolo Chiappetta per il gruppo del “Popolo della libertà”. Gli unici gruppi politici che non hanno presentato ricorso sono stati quelli della “Scopelliti presidente”, del “misto” e della “Federazione della sinistra”. 

LEGGI L’INCHIESTA CHE COINVOLGE I CAPIGRUPPO

I risultati dell’udienza dello scorso 17 settembre sono stati diversi per ogni singola rappresentanza politica. Nulla di fatto per il Pdl, ma l’accertamento non si estingue, è solo questione di tempo. La Corte dei conti, infatti, ha rinviato tutto di 30 giorni “ordinando” al presidente del consiglio regionale di «comunicare il nominativo del presidente del gruppo consiliare alla data dell’emanazione dell’impugnata deliberazione della sezione di controllo per la Regione Calabria o, nell’ipotesi di scioglimento del gruppo medesimo, il nominativo del rappresentate del gruppo o dei gruppi consiliari in cui quello disciolto sia confluito».

LEGGI L’ULTIMA SVOLTA NELL’INCHIESTA

Percorso netto, invece, per Agazio Loiero. Il capogruppo di “Autonomia e diritti” si è visto accogliere pienamente il ricorso e la Corte dei conti ha giudicato regolare la rendicontazione della somma di 49 mila 564 euro e spiccioli.  Per gli altri gruppi consiliari, invece, si è trattato di accoglimenti parziali delle istanze presentate. Così nei confronti del Partito democratico i giudici del collegio speciale, presieduto da Arturo Martucci di Scarfizzi, hanno deciso di dichiarare regolare la rendicontazione della spesa di 191.402,98 e, invece, irregolare il resto della spesa complessiva per poco meno di 50 mila euro.  

Il gruppo “Insieme per la Calabria”, invece, sarà chiamato a rimborsare circa 17 mila euro, mentre oltre 74 mila euro di rendicontazione sono stati giudicati regolari.
Si salva anche l’Udc. Al gruppo di Ottavio Bruni, infatti, sono state contestate spese per un totale di 28.730 euro, mentre su oltre 100 mila euro usciti dalle casse del gruppo non sono state ravvisate irregolarità. Stessa sorte per il gruppo “Progetto democratico”, guidato all’epoca dei fatti da Antonio Ciconte, che si è visto contestare spese per un importo di circa 6 mila euro ed evidenziare un rendiconto corretto per oltre cinque mila euro.

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