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FRANCESCO Paolino frequenta il liceo classico di Rionero. Per lui i giovani lucani dovrebbero avviare il processo inverso a quello che ha caratterizzato la regione rispetto alle mafie: non sottovalutazione ma sopravvalutazione, nel superamento dei propri limiti. Leonardo Summa è rappresentante d’istituto del liceo Classico di Potenza. «La mafia in Basilicata esiste – commenta – e noi ragazzi lo sappiamo. Abbiamo vissuto la grande manifestazione nazionale di Libera a Potenza a marzo 2011, dopo il ritrovamento del corpo di Elisa Claps. Ricordo il silenzio assordante della piazza quando venivano ricordati in nomi delle vittime di mafia. E’ stato allora che abbiamo preso consapevolezza del distacco da un mondo che percepivamo come più vicino». Federica Giordano, invece, da presidentessa della consulta provinciale degli studenti ha delle proposte. Alla luce di una situazione drammatica, fatta di spopolamento, disoccupazione e povertà, in cui «pensare al futuro – dice – è difficile», ha la soluzione: «mettere al centro gli studenti, la scuola e l’istruzione». 

Con seminari, convegni e attività nelle scuole sulla legalità. Concorsi di idee e tavoli permanenti di confronto sull’edilizia scolastica. Sono questi i giovani lucani e questa è la Basilicata vista con i loro occhi. Sono stati loro ad aprire l’ultima assemblea regionale di Libera, ieri a Potenza. «Dei giovani – afferma il Presidente del coordinamento regionale dell’associazione, Annamaria Palermo – sentivamo la mancanza. La Basilicata si è svuotata dei giovani che hanno più di vent’anni. Chi parte non torna più. E come dargli torto? Spopolamento, invecchiamento, povertà, reddito pro capite più basso in Italia, tentativi di reindustrializzazione che hanno solo provocato danni ambientali, come in Val Basento o nella zona industriale di Tito». Esempi concreti, come il recente crack delle calzature a Maratea o la Sinoro, «che in 26 anni di attività, con 13 milioni di euro a fondo perduto, non ha prodotto nulla». 

Tutto ciò trova un profondo collegamento con il clientelismo, il familismo e la corruzione che pure in Basilicata trovano il loro spazio, cibandosi di quella «dipendenza» che per Annamaria Palermo il popolo lucano ancora mostra prostrandosi sempre «all’unico padrone». E il risultato delle ultime lezioni regionali, secondo il coordinatore regionale di Libera, non smentirebbero. In questo quadro a tinte fosche, però, si intravedono nuovi colori: sono i giovani che decidono di rimanere in Basilicata o di tornarci «proponendo nuovi modelli di economia pulita e decentrata». E’ la speranza, che i giovani per natura hanno. «Occorre – questo il messaggio di Libera Basilicata – ridare ruolo sociale ai nostri ragazzi, renderli protagonisti. Noi tutti siamo chiamati a un maggiore impegno». Perché alla storia di Basilicata isola felice non crede più nessuno. E Libera continuerà ad abbattere stereotipi e luoghi comuni, già svelati da Totalgate, Toghe lucane bis, Fenice, Rimborsopoli, l’omicidio Claps  e dei fidanzatini di Policoro, la cui archiviazione del caso« è impossibile da accettar»e sia da Olimpia Fuina, madre di Luca Orioli, ieri in sala insieme a Gildo Claps, che dall’associazione.  

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