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E’ durata quasi quattro ore la camera di consiglio e alla fine il giudice Giuseppe Spadaro, dopo la richiesta del pubblico ministero Luigi Maffia, ha convalidato gli arresti dei tre dipendenti dell’ospedale di Lamezia, colti in flagranza di reato perchè assenti dal posto di lavoro pur avendo timbrato, ma non ha accolto la richiesta dello stesso pm dell’obbligo di firma per i tre, rimettendoli in libertà. I difensori Francesco Gambardella, Vito Morana e Gabriele Ruffino, hanno richiesto i termini a difesa e il giudizio è stato fissato per il prossimo 28 settembre. Annalise Borelli, di 58 anni dirigente medico , Lorenzo Cordova di 62 anni e Franco Belvedere di 51 anni erano stati arrestati con l’accusa di assenteismo dal posto di lavoro e truffa aggravata. I carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme infatti assieme ai militari del Nucleo Antisofisticazione e sanità di Catanzaro, al termine di un servizio finalizzato al contrasto del fenomeno dell’assenteismo nel pubblico impiego, li avevano tratti in arresto, in flagranza del reato. I militari, poco prima delle otto di giovedì, si sono posizionati nei pressi dell’ospedale di Lamezia Terme per monitorare i movimenti del personale che si stava recando per intraprendere il servizio. Poco dopo hanno rilevato che in due distinte autovetture, due persone, un uomo ed una donna, dopo aver timbrato il cartellino, sono risalite in auto e uscite dall’ospedale. I militari, a quel punto, si sono messi sulle loro tracce accertando, nel caso della donna, che si stava recando prima presso l’ufficio postale e poi in una banca per far rientro dopo circa un’ora presso l’ospedale. La donna ha ammesso di essersi recata in banca ma si è giustificata con l’urgenza dell’operazione da portare a termine. Nel secondo caso, l’uomo si è recato presso una barberia dove veniva fermato dopo circa due ore dalla timbratura. Nel corso degli accertamenti su quest’ultima persona, si è avuto modo di verificare che aveva timbrato anche per il collega impiegato presso il medesimo reparto che è stato raggiunto dai militari che hanno constatato l’effettivo ritardo nell’aver intrapreso il servizio. Per tutti e tre è scattato l’arresto in flagranza di reato e la traduzione presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari e da ieri sera sono liberi.

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