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POTENZA – Come sta la sanità lucana? Secondo i sindacati confederali e alcuni associazioni delle strutture private, meno bene di quanto sarebbe lecito aspettarsi da una regione con i conti più in ordine rispetto al resto del Sud. E’ solo di qualche giorno fa l’allarme lanciato da Cgil, Cisl e Uil. Un’analisi che ha preso spunto soprattutto da quella sorta di graduatoria dell’assistenza, che misura chi lavora meglio e chi peggio, e che classifica la Basilicata alle ultime postazioni.

E che soprattutto mostra come la sanità lucana abbia fatto un passo indietro, dal 2011 al 2013, passando dal settimo al dodicesimo posto. Una foto sulla sanità italiana scattata dall’Agenzia nazionale Agenas che mostra, quindi, un non sottovalutabile arretramento. A questo sia aggiunge la cosiddetta performance dei servizi sanitaria regionali, misurata dal Crea sanità – Università di Tor Vergata: in questo caso la regione si colloca al sestultimo posto, non in posizione di estrema criticità, ma comune potenzialmente a rischio.

La Basilicata non brilla neanche in fatto di spesa farmaceutica ospedaliera, anche se, in questo caso, c’è da aggiungere che siamo in buona compagnia. Sono solo tre le regioni che nel periodo compreso tra il gennaio e l’ottobre 2014 mostrano una spesa inferiore al tetto del 3,5 per cento, rispetto al fondo sanitario nazionale. Le restanti hanno contribuito a determinare quei 956 milioni di scostamento complessivo. Compresa la Basilicata, appunto, che non ha rispettato il tetto, superandolo di un punto percentuale (4,50 per cento).

La sanità lucana è inoltre la meno virtuosa rispetto all’utilizzo dei farmaci generici, non “griffati”, che compessivamente, negli ultimi sei anni, hanno fatto risparmiare al sistema sanitario nazionale, un miliardo e mezzo di euro. Si stima che per le regioni l’acquisto di farmaci equivalenti possa portare una riduzione della spesa farmaceutica si aggiri tra il 30 e il 40 per cento. Anche la spesa di dispositivi medici da parte delle strutture pubbliche lucane è aumentata del sei per cento, nel primo semestre del 2014. A completare il quadro il dato relativo ai costi dei cosiddetti “illeciti”: le sentenze emesse dalla Corte dei Conti in materia sanitaria hanno condannato la Basilicata a pagare mezzo milione di euro nel 2014 per illeciti vari: consulenze esterne, iperprecisizoni, risarcimento danni per errori sanitari e altre tipologie. Il dato complessivo della Basilicata è superiore a quello di Sicilia o Abruzzo, ma anche a quello della Liguria. Una cosa è certa: se c’è ancora molto da fare per migliorare la salute della sanità lucana, la Basilicata, come il resto delle Regioni, dovrà fare i conti con tagli ai trasferimenti nazionali sempre maggiori. La spending review di Renzi prevede una riduzione di altri 4 miliardi di euro per il 2015. E intanto arriva negli studi televisivi il caso della fondazione lucana biomedica istituita dalla Regione e criticata proprio da Cgil, Cisl e Uil: se ne occuperà nei giorni prossimi la trasmissione Agorà, alla quale prenderà parte anche il presidente Pittella.

fra.nar.

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