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REGGIO CALABRIA – Buoni i dati relativi all’inquinamento atmosferico che non ha superato i limiti previsti dalla legge, anche grazie alle condizioni atmosferiche che hanno favorito la dispersione degli inquinanti, mentre i decibel sono andati ben oltre la soglia prevista dalla normativa; inesistenti le politiche per la mobilità ciclabile, insufficiente l’investimento sul trasporto pubblico locale, pochissimi metri di verde urbano fruibile per ogni cittadino, la percentuale di raccolta differenziata molto al di sotto della media nazionale. Questo è il bilancio della tappa reggina del Treno Verde, la campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare che da venticinque anni percorre l’Italia per stimolare l’innovazione urbana. Circa 2500 i visitatori, tra studenti e cittadini, che in questi giorni sono saliti sul convoglio ambientalista per scoprire le mostre interattive e seguire gli incontri dedicati al tema della città smart a cui è dedicata questa edizione della campagna tra mobilità sostenibile, stili di vita e abitare moderni e innovativi. A presentare il bilancio complessivo della tappa, questa mattina c’erano Mariacaterina Gattuso, del circolo Legambiente Reggio Calabria; Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente; Luca Ricciardi, responsabile Laboratorio Qualità dell’Aria di Italcertifer; Pasquale Bonocore, responsabile servizio monitoraggio ambientale e energia del Comune e Antonio Paese, relazioni esterne Enel Green Power. Il monitoraggio scientifico delle polveri sottili e del rumore cittadino è stato affidato al Laboratorio mobile Qualità dell’Aria di Italcertifer che ha sostato in Via Aschenez, all’altezza del Convitto T. Campanella per 72 ore consecutive, dal 12 al 14 marzo.

I RISULTATI DELE ANALISI. Secondo quanto emerso dalle analisi del laboratorio mobile nei tre giorni di campionamento, i valori delle polveri sottili, altamente dannose per la salute dell’uomo, non hanno mai superato il limite giornaliero di 50? g/m3 come previsto dal D.lgs 155 del 2010 e s.m.i. Le medie registrate sono state di 15?g/m3 per il primo giorno, 24?g/m3 nel secondo e 14?g/m3 nel terzo. Valori che restano quindi al di sotto dei parametri di legge soprattutto grazie alle condizioni meteo. Sotto controllo anche i valori relativi a benzene, biossido di zolfo, monossido di azoto, monossido di carbonio e ozono. «I dati delle polveri sottili contenute nei limiti di legge sono confortanti ma questo purtroppo non basta a Reggio Calabria per superare l’esame della smart city di Legambiente – commenta Mariacaterina Gattuso del circolo Legambiente Reggio Calabria – I numeri, infatti, non corrispondono ad un buon livello di mobilità a basso impatto ambientale, tutt’altro. Reggio Calabria, infatti, è ferma all’ultimo posto nella classifica delle città di media grandezza di Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia. Un dato allarmante che è la somma delle gravi insufficienze accumulate in questi anni dalla nostra città e che l’hanno vista precipitare in basso dopo una fase ormai lontana di ripresa. Gravi i ritardi nella gestione del trasporto pubblico locale e nella realizzazione di piste ciclabili, come anche nell’intermodalità che risulta ancora impraticabile. Ancora inesistente il piano di zonizzazione acustica che chiediamo al Commissario di disporre immediatamente, partendo dall’aggiornamento di quello lasciato colpevolmente nei cassetti, perchè anche il rumore è una fonte di inquinamento da contenere per tutelare la salute dei cittadini, specie in prossimità delle scuole, come nel caso del punto del nostro monitoraggio. Chiediamo anche che venga completato il sistema di monitoraggio così come previsto nel piano originario che prevedeva la copertura dell’intero territorio comunale e la costante manutenzione delle centraline per il rilevamento delle polveri sottili, ad oggi non sufficientemente funzionanti per mancanza di controlli e taratura degli strumenti. Per innovare Reggio Calabria è necessario e urgente cambiare passo e mettere le politiche ambientali al centro dell’interesse dell’amministrazione comunale». 

LA CLASSIFICA E I RILIEVI. Sui 44 comuni capoluoghi di Provincia di media grandezza, riportati nel rapporto di Legambiente Ecosistema Urbano XIX, Reggio Calabria si posiziona all’ultimo posto a causa dell’insufficienza di molti indicatori ambientali. Per quello che riguarda il trasporto pubblico, ogni anno a Reggio Calabria vengono trasportati 38 passeggeri per abitante contro la media nazionale delle città di media grandezza che si attesta a 74passeggeri/abitante. Insufficiente anche l’offerta di trasporto pubblico che per Reggio Calabria è 13km percorsi dalle vetture per ogni abitante residente, media che a livello nazionale è di 27km-vettura/abitante. Insufficiente anche i dati relativi alla presenza di isole pedonali (0,06mq/ab) e zone a traffico limitato (1,21mq/ab). Insoddisfacente anche il dato relativo alle piste ciclabili che si ferma a 0,17m equivalenti ogni 100 abitanti; del tutto assenti le politiche a favore della mobilità ciclabile. Al di sotto della media anche il verde urbano fruibile, 3,78mq per abitante, come pochi sono i metri quadrati di aree verdi per ettaro (87mq/Ha) disponibili in città. Insufficiente – sempre secondo Legambiente – anche il lavoro svolto sulla raccolta differenziata che si ferma all’11% contro il 41% della media nazionale delle città di media grandezza. I dati sono relativi all’anno 2011. «La sfida delle città oggi si gioca partendo da mobilità sostenibile, efficienza energetica, raccolta differenziata e qualità della vita – dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. Settori in cui a Reggio Calabria c’è ancora molto da fare e per cui occorrono scelte politiche ma anche investimenti. Per questo è necessario che il Governo Monti approvi nel prossimo Consiglio dei Ministri il decreto che mette la parola fine al ponte sullo Stretto sbloccando 8,5miliardi di euro, fondi strategici per lo sviluppo dell’Area dello Stretto. È urgente, infatti, investire in opere di riqualificazione, messa in sicurezza e innovazione delle città, anche come chiave di volta per uscire dalla crisi e ammodernare questo territorio, rendendolo più forte e competitivo. Con questa somma si possono potenziare la linea tirrenica ferroviaria tra Battipaglia e Reggio Calabria e la linea ferroviaria jonica che collega Reggio Calabria a Taranto e raddoppiare le linee ferroviarie che collegano Messina a Palermo e Catania. Infine si risolverebbe una volta per tutte il nodo cruciale di una mobilità efficiente e integrata nello Stretto». Ha superato, invece, i limiti di legge l’inquinamento acustico che resta da monitorare. Considerando il limite previsto dalla classe I – aree particolarmente protette, vista la vicinanza con diversi istituti scolastici, i limiti acustici corrispondono a 50 dB(A) diurni. Il limite notturno resta di 55dB(A), non essendo presente l’attività scolastica. Nei giorni di rilevamento del laboratorio mobile, i risultati durante le ore del giorno sono stati rispettivamente di 64,7, 64,8 e 65,4 decibel. Durante la notte i risultati sono stati di 57,6, 58,3 e 59,3 decibel. «Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico le condizioni metereologiche potrebbero aver influito a migliorare il risultato positivo che abbiamo ottenuto – dichiara Luca Ricciardi, responsabile del Laboratorio Qualità dell’Aria di Italcertifer -. Le precipitazioni e il vento sono elementi che possono concorrere all’abbattimento e alla dispersione delle polveri sottili nell’atmosfera, agenti che invece non agiscono nella definizione dell’inquinamento acustico che ha superato di molto il limite previsto dalla legge, soprattutto considerando che il rilevamento è stato effettuato in una zona molto sensibile, vista la presenza di alcuni istituti scolastici e, quindi, assimilabile alla classe I di zonizzazione acustica».

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