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IL PROCESSO DI costruzione della cittadinanza europea passa anche dalle comunicazioni tra i diversi Stati Membri ed il roaming internazionale è stato fino ad oggi un limite molto significativo.

Le tecnologie dell’informazione sono al centro della strategia per la crescita economica, “Europa 2020”, e della sua Agenda Digitale, che raccoglie le politiche e le misure per affrontare al meglio la rivoluzione digitale a vantaggio di tutti.

E bisogna dire che iniziamo a vederne i risultati: dal 1 luglio di quest’anno le tariffe di roaming (chiamate, sms, connessioni) sono state dimezzate, mentre l’iter per eliminare in toto i costi addizionali, che ogni volta che ci troviamo all’estero siamo costretti a pagare, è a buon punto.

Il Parlamento Europeo ad aprile ha approvato l’abolizione del roaming all’interno della nuova legge sulle comunicazioni ed ora toccherà al Consiglio esprimersi a riguardo, verosimilmente ad ottobre; dal 2015, dunque, non dovremmo più pagare tariffe supplementari per usare i cellulari all’estero.

Questo è un passaggio fondamentale che potrà incoraggiare in maniera sensibile le collaborazioni tra cittadini di diversi Stati membri, eliminando una barriera economica non indifferente.

Ma R deve significare soprattutto rilancio, perché dopo la crisi c’è bisogno di rilanciare a livello mondiale le realtà europee, e in questa direzione va certamente la Politica Agricola Comune (PAC) e lo stanziamento di 52 miliardi di euro a favore del settore dell’agricoltura. Sono divisi in questo modo: “circa 27 miliardi sono messi a disposizione del Paese per gli aiuti diretti del I Pilastro (pagamenti diretti), completamente finanziati dall’Europa. Ci sono poi 21 miliardi di euro volti a finanziare le misure del II Pilastro (lo sviluppo rurale), finanziati per metà dai fondi europei e per metà dall’Italia.

A queste risorse vanno poi aggiunti i finanziamenti dell’OCM (Organizzazione Comune di Mercato) di circa 4 miliardi di euro” si legge nel comunicato del Governo.

Che prosegue così: “Sono previste misure a favore dei giovani imprenditori agricoli, azioni a sostegno delle zone montane finalizzata alla tutela del territorio e al mantenimento della vitalità dei contesti socio-economici più a rischio, incentivi a favore dei sistemi produttivi maggiormente sostenibili ed una particolare attenzione alle questioni legate al benessere animale”, e in aree prettamente agricole come la nostra il ritorno dovrebbe vedersi al più presto, dipende anche da noi.

Sempre sulla strada del rilancio, è stato firmato un accordo tra la Commissione ed il Fondo europeo per gli investimenti, con l’obiettivo di aumentare le possibilità di finanziamento alle piccole e medie imprese (PMI). All’interno del COSME (il programma comunitario per la competitività delle PMI) si è deciso di stanziare 1,3 miliardi di euro per agevolare l’accesso ai fondi e si stima che nei prossimi sette anni sarà possibile mobilitare 25 miliardi tramite cofinanziamenti provenienti da intermediari finanziari. COSME opererà da garante nei confronti delle banche per agevolare la fornitura di maggiori finanziamenti e leasing finanziari alle PMI.

 L’impatto previsto sarà considerevole, in quanto, “grazie all’effetto leva, 1 euro investito in garanzia sul prestito consentirà un finanziamento effettivo alle PMI fino a 30 euro” si legge sui portali ufficiali. Queste garanzie aiuteranno molte PMI che, altrimenti, non sarebbero in grado di ottenere finanziamenti a causa della mancanza di garanzie sufficienti e potranno stimolare ricchezza distribuita. Per l’accesso ai finanziamenti c’è un portale “access2finance” che fornisce informazioni semplici, complete e aggiornate. La strada è tracciata, ma il cammino verso l’uscita dalla crisi passa anche dalla fiducia che, cittadini e imprenditori in primis, devono riporre nelle Istituzioni che lavorano per il bene comune.  

 

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