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MATERA – «L’economia del mondo, di tanti paesi europei torna a crescere. Quella italiana no e non c’è appeal degli investitori. Non attrae investire in Italia». Nunzio Olivieri si è fatto un’idea ben precisa di quello che ha visto solo pochi giorni fa a Cannes, al Mipim, la fiera immobiliare più importante del mondo che attrae investimenti per molti milioni di euro, definisce un numero impotente di presenze e definisce anche i mercato di interesse. Ebbene lì si è visto e si è capito che il mondo torna a ruotare intorno agli investimenti, all’edilizia, alla voglia di crescere e di adoperare al meglio i soldi ma l’Italia non ha più l’attenzione di una volta.

«Io sono stato lì con l’Ance di Confindustria Basilicata (l’associazione nazionale costruttori edili) che ringrazio per promuovere un investimento sulla fascia jonica, ma il riscontro è stato molto basso rispetto ai numero ed alla presenze.

Si parla di un volume di affari per oltre 5 milioni di metri cubi, con 10.000 aziende presenti ed un’estrema efficienza per cui era facile capire chi aveva interesse ad investire su cosa e dove. Dell’Italia interessava davvero a pochi, solo 100 aziende su 20.000 cioè uno 0,5 % e solo a sei di queste 100 interessava investire nel Sud dell’Italia.

Non mi sono mancate» ricorda ancora Olivieri, «domande sulla delinquenza nel nostro paese che è un’altra realtà importante che noi fortunatamente non viviamo in maniera grave ma resta il fatto che all’estero è uno dei primi indicatori.

Così come non ci ritengono credibili come sistema Italia in generale, le leggi cambiano con troppa facilità senza dare certezze e stabilità a chi vuole investire, le garanzie della giustizia e dei suoi tempi non ci sono e servirebbero una serie di certezze e di riforme per cambiare una situazione che non ci rende attrattivi.

Anche la Spagna in questo senso dà molte più garanzie di noi». La parte del leone, come spiega Olivieri, tra gli investitori la fanno i cosiddetti paesi emergenti cioè la Russia, la Turchia e i paesi arabi che hanno ingenti capitali da poter investire mentre in Europa l’appeal principale è soprattutto per la Germania. Un mondo a parte rispetto a casa nostra.

«Ogni città metropolitana aveva un suo stand e parliamo di stand molto grandi in cui si diffondevano le peculiarità della città e la possibilità di poter assaggiare le bontà gastronomiche del posto. In confronto all’Italia» racconta ancora Olivieri, «che ha portato solo poche realtà e pochi stand davvero una realtà molto diversa».

Il dato che emerge rimane essenzialmente quello di uno stato italiano in crisi, di una difficoltà evidente e della necessità di cambiare passo sotto più profili.

«Non è stato molto incoraggiante sotto questo profilo, mi sembra che come sistema paese ne usciamo decisamente con le ossa rotte rispetto alle altre realtà europee».

Eppure la voglia di investire, in senso più generale, non manca «così come ci sono settori penso ad esempio all’extra lusso che continuano ad andare molto forti e su cui si può investire ma nell’ambito di una certezza delle norme sotto più profili, se invece ci sono solo attenzioni per determinati settori si finisce per far scappare via le persone e gli investimenti relativi».

«A questo punto sono in tanti quelli che si chiedono per quale motivo bisognerebbe investire in Italia?».

Un problema che poi si esaspera ancora di più per il Sud del paese: «noi abbiamo presentato il nostro progetto e speriamo in risposte positive ma l’interesse era davvero minimo rispetto al volume di affari».

Ed allora probabilmente l’altro dato evidente è la necessità di spostarsi su altri settori, non l’immobiliare ma magari il turismo può essere l’ultima ancora di salvezza anche in questo senso. «Sicuramente lì la situazione va meglio, la gente non vuole investire in Italia ma è ancora disposta a farci una settimana di vacanza». Un quadro a tinte molto fosche toccato con mano, laddove girano i capitali che migliorano l’economia dei paesi l’Italia non produce più un forte interesse.

Un’evidenza da toccare con mano e su cui riflettere. Non un dato di cui andare orgogliosi.

p.quarto@luedi.it

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