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POTENZA – Arriva al Tar l’appalto da 58 milioni di euro per lo schema idrico Basento-Bradano.
Nei giorni scorsi, infatti, sono stati depositati nella cancelleria del Tribunale di via Rosica due distinti ricorsi contro la delibera di aggiudicazione definitiva dei lavori alla D’Agostino costruzioni generali di Avellino. Con richiesta di un provvedimento cautelare urgente che potrebbe sospenderne gli effetti fino alla definizione nel merito delle questioni sul tavolo.
La prima udienza si svolgerà in camera di consiglio, ed è stata già fissata per il prossimo 13 maggio.
L’epilogo giudiziario della vicenda è maturato a distanza di due mesi dall’atto con cui il commissario straordinario del Consorzio di bonifica Vulture Alto Bradano, Giuseppe Musacchio, ha approvato gli atti della gara con l’aggiudicazione all’impresa di Avellino. A scapito dei secondi classificati del raggruppamento tra l’Intercantieri Vittadello di Padova, e i lucani dell’Ares costruzioni generali (la vecchia De Sio costruzioni).
Un sì con molte riserve, a ben vedere. Protocollato subito dopo l’ultima interrogazione parlamentare sul caso. Dato che nell’ampia premessa alla delega indirizzata agli uffici competenti per la stipula del contratto l’ex sindaco di Vaglio censura in più punti l’operato del presidente del seggio di gara, che è anche responsabile del procedimento. Assieme a quello degli esperti nominati per valutare l’offerta vincente. Salvo precisare che una volta «consumata la facoltà di chiedere chiarimenti», prevista dal Codice dei contratti pubblici, «non è dato sindacare quanto espresso dalla Commissione di gara».
A novembre, infatti, erano stati proprio i commissari di gara a sospendere la graduatoria per una presunta «anomalia» nella proposta della D’Agostino. Troppo alto il ribasso praticato, sui 58 milioni di base d’asta, rispetto agli impegni sui tempi di realizzazione e la qualità delle opere. Questa la contestazione.
Ma a fine dicembre le «giustificazioni» fornite erano apparse convincenti al responsabile del procedimento e agli esperti incaricati in suo supporto. Così è arrivata l’aggiudicazione provvisoria, festeggiata anche dai vertici della Regione.
Musacchio avrebbe chiesto «chiarimenti» su una serie di questioni molto precise e articolate il 28 gennaio, quando mancavano soltanto 24 ore alla scadenza del termine concesso per dare il suo via libera. In primis sulla validità dei preventivi depositati all’epoca della presentazione delle offerte, nel lontano 2012, e poi chiusi un armadio sigillato per due anni. Quindi sulla «congruità dell’offerta dell’aggiudicataria provvisoria relativamente al diverso materiale proposto (condotte in vetro resina)». O ancora «le modalità di posa in opera suggerite dalla fornitrice» e «quanto previsto nel progetto». Infine le «caratteristiche geomorfologiche » delle aree dove andrebbero messe le condotte in vero resina.
La risposta del responsabile del procedimento è arrivata due settimane dopo.
«Impropriamente», secondo il commissario straordinario, perché protocollata come una nota «di carattere riservato». Mentre nel merito non avrebbe dato «effettivo riscontro a nessuno degli specifici quesiti posti». Per questo i chiarimenti sarebbero «carenti». Nonostante evidenziassero che «il progetto posto a base di gara prevedeva già la posa in opera nelle stesse aree di intervento di tubazioni in vetro resina ». E che i preventivi e gli impegni della D’Agostino costruzioni fossero stati considerati validi «nella loro globalità », alla luce del «complesso dei documenti e delle precisazioni fornite».
Sullo scontro tra gli uffici del Consorzio di bonifica avevano chiesto lumi il segretario generale della Filca Cisl Basilicata, Michele La Torre, e la deputata 5 stelle Mirella Liuzzi.
La Torre si era detto preoccupato dalla prospettiva di un lungo contenzioso amministrativo, rispetto a un’opera attesa da anni per rivitalizzare l’agricoltura dell’area nord della regione, incentivando nuove produzioni ad alta redditività. Come pure dagli operatori del settore delle costruzioni colpito in maniera molto dura dalla manzanza di commesse pubbliche degli ultimi anni.
Per questo aveva invitato Musacchio a spiegare, rispetto a tutte le anomalie segnalate, «perché l’opera è stata aggiudicata e quali rischi corre per via di eventuali falle nella procedura di aggiudicazione ».
Più dura era stata la Liuzzi, che aveva ricordato i tempi strettissimi concessi dal governo per l’apertura dei cantieri, pena la revoca del finanziamento. Denunciando il rischio che salti tutto.
Richieste di delucidazioni cadute sostanzialmente nel vuoto.

l.amato@luedi.it

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