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L’UNIONE EUROPEA «è a conoscenza delle preoccupazioni relative alle attività del Centro Olio Val D’Agri e sta verificando con le autorità nazionali competenti che siano predisposte opportune misure per assicurare il rispetto della normativa pertinente».
E’ quanto fa sapere l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Nicola Pedicini il quale precisa che la Commissione europea, ha risposto a un’interrogazione presentata a luglio scorso sul rispetto delle direttive Ue in tema di inquinamento da idrocarburi delle falde acquifere interessate dagli impianti di perforazioni dell’Eni.

«La direttiva quadro sulle acque – ha messo in evidenza la Commissione – impone agli Stati membri di proteggere, migliorare e ripristinare i corpi idrici sotterranei al fine di conseguire un buono stato delle acque sotterranee, anche sotto il profilo quantitativo e chimico. La direttiva sulle acque sotterranee istituisce un regime che fissa le norme di qualità di tali acque e stabilisce misure per prevenire o limitare le immissioni di inquinanti».

La responsabilità dell’attuazione della normativa ambientale dell’Ue – ha specificato la Commissione nella risposta all’interrogazione a Pedicini – spetta agli Stati membri. Ciò detto, la Commissione collabora strettamente con gli Stati membri e le parti interessate per contribuire alla corretta attuazione delle direttive comunitarie nell’ambito della strategia di attuazione comune della direttiva quadro sulle acque. La Commissione ha effettuato una valutazione generale dei piani nazionali per la gestione dei bacini idrografici e successivamente ha avviato scambi bilaterali di informazioni per facilitare l’elaborazione di piani di gestione migliorati, che devono essere adottati entro la fine del 2015».

Per l’eurodeputato pentastellato «questo ulteriore intervento della Commissione europea – mette in luce che la nostra azione sta dando i suoi frutti e che le vicende legate alle conseguenze delle estrazioni petrolifere in Val d’Agri sono ormai diventate un tema nazionale ed europeo che verrà esaminato e monitorato con sempre maggiore attenzione. Non va dimenticato che oltre alle verifiche avviate dopo questa interrogazione, la Ue sta effettuando un’altra indagine, molto più articolata e dettagliata, che, sempre a seguito delle denunce del M5s, è iniziata alcuni mesi fa. Quando arriveranno le risposte, ci sarà maggiore chiarezza per tutti i cittadini e capiremo se lo straordinario patrimonio del lago Pertusillo, che assicura l’acqua a milioni di lucani e pugliesi, è salvaguardato dal rischio petrolio oppure sta subendo dei danni che potrebbero essere irreparabili».

L’ultimo pensiero di Pedicini è per l’episodio di morìa di pesci dello scorso agosto.
«Purtroppo – conclude – non è un buon segnale e continua a destare preoccupazioni».

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