X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

GERACE – «Prendere il largo per gettare nuovamente le reti dall’altra parte, dove forse non le avevamo mai gettate». Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo di Locri-Gerace, ha spiegato il senso dell’Anno della Fede, indetto da papa Benedetto XVI. Al centro della sua riflessione la necessità di intraprendere nuove strade per l’evangelizzazione. Il distacco dalla fede e dalla fiducia in Dio nel nostro territorio ha prodotto «una delle associazioni criminali più potenti del mondo», accanto alla quale si registra «la mafiosità di certi comportamenti per cui si affronta la vita, accettando e praticando la legge del più forte». Il vescovo invita tutti a «permettere che la Parola di Dio penetri nel nostro cuore e ci faccia fare opera di discernimento e ci faccia apprezzare la prudenza o sapienza che viene da Dio, che è alla base del progresso dell’uomo» e ha aggiunto rivolgendosi al laicato: «Dovete riscoprire il vostro ruolo di costruttori della società in senso cristiano»; un invito esteso anche alle categorie professionali (medici, giuristi, insegnanti e imprenditori credenti) chiamati a «coinvolgersi direttamente e con coraggio nella soluzione dei gravi problemi che la società oggi ci presenta». L’ultimo appello Fiorini Morosini lo ha riservato «a quanti fanno parte di associazioni criminali. Questo anno di fede è una proposta anche per voi, perché il perdono cristiano e la gioia di una vita impostata cristianamente sono destinate a tutti. Ve lo chiedo in nome di Dio: lasciatevi riconciliare con Cristo e ritornate sui vostri passi. Restituite alla Locride la dignità che le spetta; lasciateci vivere nella serenità e nella tranquillità, senza la paura delle intimidazioni e della minaccia delle armi. Non trafficate più in droga, non praticate più usura. I giovani ai quali vendete droga sono gli amici e i coetanei dei vostri figli e i loro genitori sono come voi premurosi dei loro figli. Ogni dose che vendete sarà per voi una maledizione da parte di Dio. Riconciliateci con la vita e con la società. Chiedete perdono a quanti avete fatto soffrire con i vostri torti e restituite quanto avete eventualmente tolto. Purificate anche voi la fede, perché quella che ostentate non è vera, se pensate che possa andare d’accordo con il crimine. Sia anche per voi questo anno, un anno di grazia e di conversione». 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE