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POTENZA – La verità su Macchia Giocoli provano a riassumerla in tre pagine dense di anni di vita, cause, ricorsi e soldi – spesi, persi, richiesti.
Per molti di loro, residenti del quartiere, la casa è lo spazio di un contenzioso che va avanti da anni. E su cui, ribadiscono, si sentono traditi e beffati soprattutto dall’ente pubblico, che avrebbe dovuto tutelarli.
Qualche giorno fa – raccontano in una nota – i soci della cooperative Macchia Giocoli si sono visti recapitare delle lettere in cui, «con tono minaccioso, il Comune di Potenza intima di acquisire i terreni sui quali le cooperative hanno costruito».
L’amministrazione chiede il pagamento del valore dei suoli per una cifra media di circa 25.000, più interessi e rivalutazione. Se i cittadini non accetterano, il Comune avvisa che procederà con l’accessione, cioè quella prerogativa che si verifica quando il titolare di un suolo diventa proprietario di tutto quello che vi è sopra.
Ma i cittadini di Macchia Giocoli raccontano tutta un’altra storia.
Spiegano di non avere debiti nei confronti dell’amministrazione. Del resto, le varie sentenze passate in giudicato sugli espropri all’origine di questa vertenza hanno assegnato la responsabilità dell’errore solo al Comune. Con tanto di risarcimento milionario pagato agli originari proprietari dei suoli.
Da questa premessa è partito anche il Consiglio di Stato: pagando all’epoca il danno il Comune è diventato proprietario dei terreni. Ecco perché sono partite le lettere da Palazzo di Città indirizzate ai cittadini: ora pagate i suoli su cui avete costruito le case.
Ma qui comincia il seguito della storia. Quella del Comune è «una richiesta palesemente artificiosa, ambigua e contraddittoria», spiegano i soci delle cooperative. Il Municipio, infatti, vorrebbe attivare l’accessione e requisire le «opere fatte dalle cooperative, con materiali propri e con la piena conoscenza ed esplicito assenso del presunto proprietario dei suoli», il Comune appunto. È il Comune, infetti, che ha a suo tempo firmato le «valide concessioni».
Quindi, aggiungono i soci, il proprietario del suolo avrebbe senz’altro il diritto di tenersi la costruzione ma, allo stesso tempo, dovrebbe pagare una somma pari al maggior valore conseguito dal suolo. Senza dimenticare il rimborso dei tributi sulla casa come Imu e Tasi, «riscossi illegittimamente da cittadini che, evidentemente, non erano tenuti a corrisponderli».
I soci delle cooperative a questo punto sarebbero creditori del Comune di Potenza. «Non certamente il contrario». Per il Municipio finirebbe per trattarsi di una voce passiva di bilancio.
«Su questo è bene che si faccia chiarezza», aggiungono. Anche perché, «pur senza alcuna posizione debitoria», hanno più volte manifestato la disponibilità a definire, una volta per tutte, la vertenza in via bonaria. A distanza di un mese dalle prime interlocuzioni formali, non si è mosso nulla «nonostante l’impegno preso dal sindaco».
Senza chiarimento e dando corso a quelle lettere di richiesta di pagamento ai cittadini, potrebbe nascere una nuova situazione paradossale. Per il Comune, spiegano, persino più onerosa.

s.lorusso@luedi.it

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