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CATANZARO – Numerose frane di piccola entità e strade allagate si sono verificate a causa della pioggia delle ultime ore in Calabria, in particolare nella zona dell’alto ionio cosentino e del crotonese. I vigili del fuoco di Cosenza hanno ricevuto una cinquantina di richieste di soccorso per allagamenti di scantinati e per piccole frane. Il vento forte ha danneggiato anche numerosi alberi i cui rami sono finiti sulle strade. I pompieri hanno prestato soccorso anche ad alcuni automobilisti in difficoltà. A Corigliano sono esondati due torrenti che hanno portato fango e detriti sulle strade. 

Nella zona del crotonese le situazioni dove ci sono maggiori difficoltà sono quelle di Petilia Policastro e Cirò Marina. Anche in queste zone si sono verificati numerosi allagamenti. A Catanzaro, che nei giorni scorsi ha subito ingenti danni a causa del maltempo, la pioggia delle ultime ore non ha provocato particolari disagi. Nuovi danni anche a Botricello (Cz), dove acqua e fango hanno invaso l’Istituto professionale per il commercio che è stato chiuso fino a data da destinarsi.

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IN ALLERTA CONTINUA – Continua l’allerta maltempo, ma dopo le prime previsioni quasi catastrofiche, la Protezione Civile ridimensiona l’allarme per la giornata di martedì. All’inizio erano previsti oltre 100 millimetri d’acqua nell’arco di 24 ore sulle zone ioniche e nord orientali tra Sicilia e Calabria. Poi l’allerta è stata ridimensionata. Si passa al livello 1, il più basso della scala, l’avviso di criticità per possibili precipitazioni intense che il Centro Funzionale Multirischi dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), diretto dall’ing. Raffaele Niccoli, ha diffuso è valido sino alle 14 di oggi. 

«Per le prossime ore – fanno sapere dal Multirischi – sono previste ancora precipitazioni intense, maggiormente insistenti sulla fascia ionica e nel crotonese. Tali fenomeni dovrebbero esaurirsi nel corso della giornata di oggi. Si raccomanda di prestare massima attenzione nelle zone già colpite dall’evento in quanto il territorio risulta maggiormente vulnerabile».

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APPELLO AL GOVERNO – I danni per il maltempo la Calabria li chiede a Roma non per due, ma per sei giorni. Ieri la ratifica dello stato di calamità è avvenuta in giunta regionale, la riunione si è tenuta a Palazzo Alemanni, ed è stata presieduta dall’assessore Pino Gentile. Ed ecco la dichiarazione del sottosegretario, Giovanni Dima: «La richiesta di calamità naturale, sarà non solo dal 15 al 18 novembre, ma anche per il 30 novembre e primo dicembre, proprio in virtù dei recenti eventi alluvionali che hanno investito la Calabria», afferma il sottosegretario, L’emergenza riguarda tutta la zona Jonica partendo dalla provincia di Reggio Calabria sino alla provincia di Cosenza. Le aeree più colpite sono state la zona intorno a Caulonia, quella vicina a Catanzaro Lido, compresi i comuni di Sellia e Botricello, la zona che va da Crotone a Cirò. Nel cosentino, invece, le aree più danneggiate sono state quelle di Rossano, Cariati e il comune di Corigliano Schiavonea, che si trova praticamente sott’acqua, così come tutto l’alto Jonio sino a Rocca Imperiale. 

E Dima continua: «Dopo il momento emergenziale, anche per domani (oggi, ndr) è annunciata un’altra giornata di forti piogge, avremo modo di effettuare dei sopralluoghi in tutte le zone colpite dal maltempo per quantificare e definire meglio l’istruttoria per il ristoro dei danni e chiedere l’intervento del Governo nazionale. Mercoledì, inoltre, in occasione della conferenza della Protezione Civile promossa dal Friuli Venezia Giulia, che si terrà a Roma, porrò all’attenzione la questione calabrese». Emergenza significa anche emergenza e somma urgenza. 

IL BUSINESS DELLE SOMME URGENZE – Sull’albo delle imprese non aggiornato della Protezione Civile intanto i dirigenti tengono a sottolineare che sono 400 le nuove richieste arrivate da parte dalle imprese ed è un lavoro lungo, meticoloso, attento, che non è stato ancora espletato, solo per ragioni di tempo. In teoria l’aggiornamento andava fatto entro ottobre, lo dice lo stesso dipartimento sul sito web. Dagli uffici della Protezione Civile inoltre tengono pure a sottolineare che nulla si è mosso, che le somme urgenze insomma le hanno attivate i Comuni e non l’ente regionale, non essendoci copertura finanziaria. Nessun dirigente si prenderebbe tale responsabilità. E negli enti locali non c’è alcun dubbio che il business dell’emergenza, qualunque sia la sua ragione, è enorme. 

A Crotone, interessata dal maltempo domenica scorsa, il meccanismo del rinnovo è collaudato,quasi matematico, il “giudizio” sull’affidabilità delle ditte che fanno richiesta dipende spesso dal dirigente e lo stesso vale per Catanzaro. Il punto è che questo maltempo, già ad oggi, è costato alla Calabria e agli enti locali almeno un milione di euro, se si considerano tutti i Comuni interessati che hanno chiamato ditte di autoespurgo, operai per liberare le strade dai terricci, imprese edili per riparare le frane. E la procedura è cambiata. In pratica prima la somma urgenza andava varata in giunta e si stornava la cifra che gravava sul bilancio, adesso la legge e prevede che la somma urgenza passi per l’esame del consiglio comunale, questo significa che se l’atto non supera quell’esame che dovrà mettere d’accordo più i consiglieri e non solo gli assessori, diventerà con ogni probabilità un debito fuori bilancio. E la percetuale che tutto ciò accada, anche per quest’alluvione è molto probabile. 
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