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VIBO VALENTIA – Il pm della Dda di Catanzaro, Marisa Manzini ha concluso la requisitoria del processo “Luce nei boschi” alla ‘ndrangheta delle Preserre vibonesi chiedendo al Tribunale di Vibo Valentia condanne per complessivi 261 anni di reclusione per 27 imputati. L’operazione era scattata in due fasi a febbraio del 2010 e poi nel successivo ottobre.

Le condanne più alte – 28 e 26 anni – sono state formulate per i fratelli Bruno e Gaetano Emanuele accusati di associazione mafiosa (capi e promotori dell’omonimo clan), traffico di droga, estorsioni, rapine e detenzione di armi. Venti anni è invece la richiesta per Antonio Altamura, ritenuto il capo storico del “locale di Ariola”, frazione di Gerocarne, mentre 8 anni e 6 mesi è la richiesta di pena per l’ex sindaco di Gerocarne Michele Altamura, nipote del presunto boss, ed accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. 

Queste le altre richieste: 8 anni a testa per Rocco Loielo, Antonio Gallace, Vincenzo Taverniti, Nazzareno Altamura, Michele Rizzuti, Antonio Condina, Francesco Maiolo e per l’imprenditore dl calcestruzzo. Giuseppe Prestanicola di Soriano Calabro. Quindici anni a testa per Giovanni Loielo e Francesco Capomolla, 10 anni e 6 mesi Leonardo Bertucci, 9 anni e 6 mesi Francesco Taverniti, 14 anni ciascuno Franco Idà e Vincenzo Bartone, 17 anni Pasquale De Masi, 2 anni a testa Giuseppe De Girolamo, Rocco Santaguida, Girolamo Macrì, Roberto Codispoti e Bruno Zungrone, 3 anni ciascuno Giuseppe Nesci e Giuseppe Gentile, 4 anni Domenico Falbo.

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