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Il Consiglio provinciale di Vibo Valentia, in un documento approvato ieri all’unanimità, «esprime totale contrarietà all’ipotesi di cancellazione dei confini provinciali contenuta nel Decreto legge 138/2011 e si impegna a promuovere e adottare tutte le iniziative che verranno ritenute opportune dall’Assemblea per salvaguardare l’Ente e le sue prerogative amministrative».
Nel documento, inoltre, «si sollecitano la deputazione calabrese in Parlamento, i consiglieri regionali e il Presidente dalla Regione a prendere atto di questa deliberazione, facendosi portavoce nelle sedi opportune del dissenso espresso da questo Consiglio e dai cittadini che esso rappresenta».
Il Consiglio provinciale di Vibo si è riunito in seduta straordinaria per discutere la manovra finanziaria che prevede l’abolizione di alcune province, tra le quali la stessa Vibo e Crotone, dove ieri si è svolta un’analoga riunione. Alla seduta hanno assistito il senatore Franco Bevilacqua (Pdl), i deputati Roberto Occhiuto e Mario Tassone (Udc) e Nicodemo Oliverio (Pd), il presidente della Provincia di Crotone Tano Zurlo, i consiglieri regionali Nazzareno Salerno, Bruno Censore e Gaetano Bruni, e tutti i sindaci del Vibonese.
«Anzichè agire per incrementare la capacità di spesa degli Enti locali affinchè possano svolgere i compiti che la Costituzione e la Legge affida loro – è scritto ancora nel documento – il Parlamento si appresta a cancellare decine di Province e migliaia di Comuni in nome di un risparmio talmente aleatorio che non è stato ancora numericamente definito, tanto che i saldi della manovra economica di Ferragosto sono stati computati al netto dei risultati economici attesi da questo provvedimento».
Per quanto riguarda la Provincia di Vibo Valentia, il Consiglio ha sottolineato come la sua cancellazione causerebbe la contestuale soppressione, tra l’altro, di Prefettura, Questura, Comandi provinciali dei Carabinieri, della Guardia di finanza, del Corpo forestale, dei Vigili del fuoco, oltre che di una serie di uffici e servizi il cui trasferimento a Catanzaro «avrebbe un impatto devastante sul vibonese, perchè causerebbe non soltanto grandi disagi per i cittadini ma innescherebbe effetti depressivi sull’economia locale e sull’occupazione, colpendo in parti colar modo il mercato immobiliare e il commercio».
«Estremamente preoccupante» viene definito, poi, il venir meno dei presidi delle forze dell’ordine «in un territorio che già deve scontare suo malgrado la presenza invasiva e asfissiante della criminalità organizzata».

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