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MATERA- Mariolina Venezia Matera la conosce bene. E’ un fatto di sangue. Lucani si nasce. E Mariolina lucana lo è fin nelle viscere. Raccontare i propri luoghi per raccontarsi, allora, diventa un’esigenza naturale, quasi fisica. La scrittrice nei suoi lavori lo ha fatto spesso. In due occasioni (“Come piante tra i sassi” e “Maltempo”) Matera è riuscita a vestirla addirittura di giallo. Ma la sua voglia di continuare a dar voce all’anima della città non si è certo esaurita. Nasce così il Festival di letteratura “RaccontaMatera”. Dal 7 al 12 aprile la vincitrice del Premio Campiello raduna nella città Capitale europea della Cultura 2019 altri cinque amici scrittori: Paolo Di Paolo, Marcello Fois, Anilda Ibrahimi, Antonio Pascale, Nadia Terranova, per viverne insieme le suggestioni e raccontarla in sei racconti inediti.
«Ho raccontato molto Matera nei miei libri-spiega Mariolina Venezia -e questa volta ho voluto invitare altri scrittori perché Matera è una città piena di ispirazione, che desidera essere raccontata. Sta vivendo tantissimi cambiamenti, e ho pensato di coinvolgere scrittori che penso abbiano qualcosa da dire su questi luoghi ricchi di storia e suggestioni». I sei scrittori (Venezia compresa) saranno ospiti del complesso delle Monacelle e avranno modo di ascoltare la “voce” silente della città che, a sua volta, potrà specchiarsi in altri occhi. «Quando, nel 2006 è stato pubblicato il mio romanzo “Mille anni che sto qui” – racconta la scrittrice- mi chiedevo come sarebbe stato accolto in Basilicata. Non sempre si ha piacere nel vedersi ritratti, e ci si riconosce nello sguardo dell’altro. Al di là di ogni mia aspettativa, l’accoglienza è stata entusiastica.
Era come se i lucani aspettassero di essere raccontati, con uno sguardo contemporaneo, che andasse oltre lo stereotipo del popolo povero e rassegnato descritto da Levi nel “Cristo si è fermato a Eboli”. Poi è arrivato il film di Rocco Papaleo “Basilicata coast to coast” a rafforzare l’idea di una nuova immagine della nostra terra. L’elezione di Matera a Capitale della Cultura è solo l’ultimo tassello di un nuovo racconto della “lucanità”. La città, in questo momento costantemente sotto i riflettori, ha più che mai bisogno di narrazioni. Raccontare un luogo, dall’interno e dall’esterno, contribuisce a creare la sua identità. Di qui è nata l’idea di invitare cinque scrittori, alcuni italiani, di vari luoghi dell’Italia, una albanese, in una breve residenza artistica a Matera, per poter raccontare la città». Tutti, per ragioni diverse, conoscono già Matera. E anche questo è un segno dei tempi. Ma in “pista”, ci sarà anche lei: Mariolina Venezia. Troppo stretti gli abiti solo di direttore artistico del festival per chi ha fatto della scrittura la propria ragione di vita. «Ho già iniziato a scrivere qualcosa- confessa- ma sono pronta di raccogliere nuovi spunti sul posto. Matera, ogni volta che ci torno, mi parla e io non vedo l’ora di ascoltarla». Alla fine del festival saranno prodotti sei racconti da “restituire” alla città. «Solo l’inizio di un percorso pensato per creare un grande affresco di Matera che ne accompagni il percorso verso il 2019».

m.agata@luedi.it

 

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