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MARSICO NUOVO – Più sì che no. L’amministrazione comunale di Marsico Nuovo, guidata dal sindaco Domenico Vita si presenta al consiglio comunale aperto indetto per discutere sulla questione del pozzo Pergola 1 che l’Eni vorrebbe posizionare nel territorio a ridosso del centro abitato pensa più ai soldi che al possibile impatto. Perché alla fine la discussione, almeno per quanto riguarda quanto detto dai consiglieri e dal sindaco, che alla fine ha sospeso la seduta per ascoltare il parere dei cittadini presenti, la questione economica sembra fare più gola del problema strettamente ambientale. Tutto questo perché soltanto il pozzo Pergola 1 potrà produrre circa il 30% dei quantitativi regionali estratti oggi, cosa che permetterebbe al Comune di ricevere moltissimi soldi e reinvestirli.

E’ il solito gioco che suona un po’ come un cappio al collo in questo momento critico. I soldi servono per investire in infrastrutture e lavoro e sembra che l’unico modo possibile sia trivellare in un punto che insisterebbe su importanti bacini idrografici che toccano anche il vicinissimo Vallo di Diano.

E così la situazione è sembrata piuttosto chiara fin dall’inizio, con una contrapposizione netta tra l’amministrazione e i comitati che si oppongono alla possibilità che il territorio venga “conquistato” dall’Eni.

Alla fine la discussione tra maggioranza ed opposizione si concentra su quali potrebbero essere le possibilità di spesa grazie ad un pozzo che potrebbe portare in superfice circa 35mila barili al giorno e sul quale dovrà innestarsi un oleodotto interrato fino alla pipeline che porta al centro oli di Viggiano. E le contrapposizioni tra amministrazione e cittadini sono evidenti a partire da quell’invito che i consiglieri rivolgono alla popolazione a non «alimentare facili allarmismi, anche perché l’Eni è un interlocutore importante».

Con queste premesse la situazione è sembrata subito in salita, visto che l’indecisione dell’amministrazione potrebbe costare un po’ cara. Ma si è insistito anche sulla possibilità di presentare delle osservazioni al progetto di costruzione del pozzo Pergola 1, osservazioni che, in attesa del parere ambientale della zona, possono essere consegnate non oltre il 12 febbraio.

I tempi sono quindi, strettissimi. Ma a giudicare dalla posizione rassicurante dell’amministrazione il famoso fronte compatto chiesto dal comitato no trivelle del Vallo di Diano sembra essere quasi un’illusione. perché dall’altra parte, oltre confine regionale, anche i sindaci si sono opposti al progetto, forse non consapevoli delle ricadute economiche.

Quello che più preoccupa i comitati, oltre l’impatto ambientale in una zona di pregio e il rischio inquinamento della zona, è proprio la questione dei bacini idrografici che alimentano diversi fiumi della zona. Le trivellazioni potrebbero compromettere definitivamente un ecosistema fondamentale soprattutto per l’agricoltura. Ed è una cosa che poco tempo fa Franco Ortolani, ordinario di Geologia all’Università Federico II di Napoli ha spiegato chiaramente.

«Il pozzo Pergola 1, ed eventuali altri direzionali, – ha detto in una dichiarazione riportata dal blog “Controvallo” –  sarebbe ubicato in territorio della Basilicata ma nel bacino idrografico del Fiume Sele.

Vale a dire che eventuali sversamenti di idrocarburi in superficie – ha precisato Ortolani – sarebbero trasportati dall’acqua, in alcune ore, fino alla traversa di Persano, Oasi Wwf e punto di prelievo dell’acqua per irrigare la Piana del Sele. L’impatto sull’ambiente e l’agricoltura sarebbe enorme. Dalla traversa di Persano si prelevano ogni anno circa 250 milioni di metri cubi di acqua per l’irrigazione; senza quest’acqua – continua Ortolani – la piana cadrebbe in una irrecuperabile crisi socio-economica.

Eventuali sversamenti di idrocarburi verrebbero trasportati nel fiume Melandro, poi nel fiume Bianco e poi ancora nel fiume Tanagro ed infine nel Sele e alla traversa di Persano inquinando l’area fluviale protetta Sele-Tanagro». La situazione, quindi è delicatissima ma il comune di Marsico Nuovo sembra non avere, quasi, nessun dubbio sul nuovo pozzo dell’Eni.

v.panettieri@luedi.it

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