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MATERA – La scommessa del 2019 non è stata vinta. Almeno non completamente. La prova è oggi sotto gli occhi di tutti e sta in una città come Matera che stenta a costruire e mostrare il suo volto europeo.
Il rischio è che di quel riconoscimento non resti che uno slogan, una facciata senza contenuto.
Fernando Mega, segretario della Filctem-Cgil parla innanzitutto da cittadino non tralasciando però il suo ruolo, quando ricorda che l’appuntamento, sempre più vicino, con la scadenza della cassa integrazione per centinaia di lavoratori, si appresta ad aprire una falla incredibile in una comunità ancora ferma come quella di Matera.
«La Basilicata, ormai vive, solo di slogan e Matera 2019 rischia di essere l’ennesima occasione persa – spiega – Non voglio entrare nelle polemiche politiche di queste ore. Dico solo che osserviamo il risultato di ciò che accade da anni: un centrosinistra dilaniato, un centrodestra che non è organizzato. Tutto questo conduce a gruppi che non si confrontano, ma affondano».
Mega, nato a Sala Consilina ma in Basilicata da 25 anni, punta il dito sul tema delle infrastrutture: «Dal mio arrivo, non è cambiato molto. A 10 anni dall’inizio dello sfruttamento dei pozzi petroliferi, non c’è un’opera degna di tale nome. Credo, al contrario, che ci sia una regressione».
E sul recente riconoscimento alla città di Matera, l’esponente sindacale non legge alcun vantaggio per la comunità lucana: «I flussi turistici di notevole entità, male organizzati mostrano che la città non è dotata come l’intera Basilicata, delle infrastrutture che segnerebbero il salto di qualità».
L’entusiasmo iniziale, legato alla candidatura di Matera, annunciato con il sostegno dell’intera regione, sembra oggi essersi dissolto, lasciando sul campo soltanto le ricadute polemiche.
«Matera, per le sue caratteristiche, potrebbe rappresentare il riscatto socio economico lucano – aggiunge – ma fino ad ora oltre agli annunci ad effetto non c’è altro. La Matera-Ferrandina, una strada a sempre più alto flusso turistico, dovrebbe essere completata. Perchè la Ferrovia Taranto-Salerno non può essere inserita nell’ambito del discorso sull’alta velocità? E la Matera-Gioia del Colle? Siamo ancora agli studi di fattibilità».
E sui primi provvedimenti adottati dall’assessore Delicio (peraltro fino a ieri impegnato, aanche lui in ambito sindacale nella Feneal-Uil, ndr.), Mega mostra qualche perplessità: «Il centro storico invaso dalle auto è sotto gli occhi di tutti. Per essere capitale europea, devi avere caratteristiche adeguate. Al di là di azioni estemporanee, resta solo il progetto della metropolitana di superficie. Bandire il centro dalle auto, consentirebbe un salto culturale per gli abitanti, creando lavoro al tempo stesso in fase di progettazione e di realizzazione. Matera secondo una recente ricerca è la città con la più alta percentuale di auto per famiglia: ce ne sono due. D’altronde chi abita in periferia e ha dei figli, non può contare su un servizio pubblico che in determinati orari è inesistente. Parcheggi come quello di via Casalnuovo, sono necessari. Dobbiamo segnare un momento epocale per la città».
Il crollo del prezzo del petrolio a barile, più che dimezzato, porterà a una riduzione dei proventi in una regione in cui non ci sono opere progettate.
«In questo senso, Matera 2019 rischia di essere solo un’enunciazione, un enorme b&b con grossi problemi di abusivismo – prosegue Mega – Questa città ha bisogno di grandi investimenti, manca la progettualità, siamo ancora all’anno zero. Perchè non si investe sulla mobilità cittadina, che porterebbe un ritorno occupazionale non indifferente? Quale progetto ha la nuova amministrazione per la città? Cosa mette in campo subito la Regione per la capitale auropea della cultura? Quali sono le risorse? Rischiamo che questa sia l’ennesima occasione mancata. Non possiamo più vivere solo del titolo. In altri capitali europee esistono servizi e infrastrutture e così dovrebbe accadere a Matera. Stanno passando dei mesi, si sta consumando del tempo solo seguendo la politica del piccolo cabotaggio. Un città europea non può avere questo approccio. La metropolitana in superfici eva fatta, ci sono le condizioni economiche per garantire questa opera. Invece il presidente della Regione è impegnato in polemiche di partito che ormai hanno disgustato. Dietro questo slogan, c’è una disoccupazione crescente. Gli ammortizzatori sociali sono in scadenza e questo è un elemento di cui non si può tenere conto. Questo, per Matera, è un momento storico e non si può lasciare che passi così. Cosa resterà di Matera dopo il 2019?».

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