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MOLTI di loro sono arrivati in Italia con il “trasportatore” dell’organizzazione, dopo aver pagato l’agenzia contattata sul web, che oggi è sparita. Il viaggio della speranza partiva dai luoghi di origine, dove si vive con meno di 200 euro al mese, attraversando tutta Italia con varie soste fino alla Sicilia.
A Nova Siri venivano abbandonati al buio sulla Ss 106, per non dare nell’occhio, fino all’arrivo dei caporali che li prelevavano per portarli nel casolare. Alcuni di loro, che pensavano di trovare una situazione lavorativa normale, visti i denari sborsati in patria, si sono subito spaventati, chiedendo aiuto ai carabinieri, che da lì hanno avviato le indagini. Una volta arrivati sul posto, venivano sistemati alla meglio nel casolare, a fianco c’era l’abitazione signorile delle famiglie dei caporali, che così potevano controllare ogni loro movimento, compreso quello di eventuali concorrenti che si avvicinassero per prelevarli.
Le stanze erano fatiscenti, con servizi indegni della condizione umana e la corrente elettrica portata nei vani attraverso cavi volanti, quindi a forte rischio. Dormivano in 5-6 su materassi lerci e logori, appoggiati su vecchie brande a loro volta sorrette da mattoni. In camera un solo piccolo armadio, o un vecchio frigorifero che ne faceva le veci. In cucina fornelli e pentolame ossidato, ma spesso, quando erano in venti, si vedevano costretti a cucinare all’aperto con il fuoco. In alcuni casi mangiavano solo patate per diversi giorni. Nessuno di loro parlava la lingua italiana, quindi si trovavano in condizioni di oggettiva debolezza, essendo solo teoricamente liberi, ma di fatto impossibilitati ad allontanarsi, vista la distanza dal centro abitato; ma anche per le minacce che subivano quotidianamente. In una circostanza, tre di loro sono andati via rifugiandosi da un connazionale in paese, ma sono stati subito intercettati ed anche chi li ha accolti è stato minacciato.
Lavoravano circa dodici ore al giorno per appena venti euro puliti, e quando ne arrivavano altri, i caporali li sistemavano su materassi custoditi in un vecchio furgone con i vetri infranti, quindi totalmente aperto. Condizioni disumane, che fortunatamente i carabinieri hanno scoperto.
a.corrado@luedi.it

MOLTI di loro sono arrivati in Italia con il “trasportatore” dell’organizzazione, dopo aver pagato l’agenzia contattata sul web, che oggi è sparita. 

Il viaggio della speranza partiva dai luoghi di origine, dove si vive con meno di 200 euro al mese, attraversando tutta Italia con varie soste fino alla Sicilia.A Nova Siri venivano abbandonati al buio sulla Ss 106, per non dare nell’occhio, fino all’arrivo dei caporali che li prelevavano per portarli nel casolare. 

Alcuni di loro, che pensavano di trovare una situazione lavorativa normale, visti i denari sborsati in patria, si sono subito spaventati, chiedendo aiuto ai carabinieri, che da lì hanno avviato le indagini. 

Una volta arrivati sul posto, venivano sistemati alla meglio nel casolare, a fianco c’era l’abitazione signorile delle famiglie dei caporali, che così potevano controllare ogni loro movimento, compreso quello di eventuali concorrenti che si avvicinassero per prelevarli.Le stanze erano fatiscenti, con servizi indegni della condizione umana e la corrente elettrica portata nei vani attraverso cavi volanti, quindi a forte rischio. 

Dormivano in 5-6 su materassi lerci e logori, appoggiati su vecchie brande a loro volta sorrette da mattoni. In camera un solo piccolo armadio, o un vecchio frigorifero che ne faceva le veci. In cucina fornelli e pentolame ossidato, ma spesso, quando erano in venti, si vedevano costretti a cucinare all’aperto con il fuoco. 

In alcuni casi mangiavano solo patate per diversi giorni. 

Nessuno di loro parlava la lingua italiana, quindi si trovavano in condizioni di oggettiva debolezza, essendo solo teoricamente liberi, ma di fatto impossibilitati ad allontanarsi, vista la distanza dal centro abitato; ma anche per le minacce che subivano quotidianamente. In una circostanza, tre di loro sono andati via rifugiandosi da un connazionale in paese, ma sono stati subito intercettati ed anche chi li ha accolti è stato minacciato.

Lavoravano circa dodici ore al giorno per appena venti euro puliti, e quando ne arrivavano altri, i caporali li sistemavano su materassi custoditi in un vecchio furgone con i vetri infranti, quindi totalmente aperto. Condizioni disumane, che fortunatamente i carabinieri hanno scoperto.

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