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ALLA prima prova degli esami di maturità mancano ormai poche ore. E gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori di Potenza stanno facendo i conti con programmi, ripassi e un toto-argomento, che chissà quante probabilità ha di riuscire. Su Facebook è nato persino un gruppo che raccoglie ansie e consigli di chi sta tentando un ultimo approccio alla materia, che proprio non va giù, e di chi, invece, lo scoglio maturità lo ha già superato da un pezzo. Che cosa è rimasto di questo percorso? A Potenza la traccia c’è, ed è visibile. Per questo abbiamo chiesto ad alcuni maturandi di fare un piccolo bilancio prima degli esami. Sono alcuni dei rappresentai di istituto, quelli che, spesso e volentieri in prima linea, hanno segnato con la propria presenza il movimento studentesco cittadino. Tirano le somme di un’attività di rappresentanza che li ha visti confrontarsi con un anno particolare. A Potenza, quest’anno, il movimento è cambiato molto. Nel 2008, le manifestazioni dell’Onda fecero del capoluogo lucano un piccolo caso nazionale: mentre nel resto d’Italia erano gli atenei a guidare la rivolta contro la riforma Gelmini, a Potenza, sotto lo slogan “né rossi, né neri”, tutto partiva dalla mobilitazione degli studenti medi. Dopo un periodo di stasi e di riorganizzazione, negli ultimi mesi il fronte del movimento studentesco è apparso meno unitario e più frastagliato. Forse anche più consapevole. Quest’anno, per la prima volta, la destra ha conquistato diversi seggi in istituti tradizionalmente “rossi”. Contemporaneamente, però, a sinistra la rappresentanza sembra aver guadagnato maggiore motivazione. E’ rimasto ampio il fronte di quanti credono che la mobilitazione in difesa della scuola pubblica possa essere trasversale. Mentre in tanti ammettono che più passa il tempo, più il disinteresse degli studenti per gli istituti della rappresentanza tenda ad aumentare. Loro, questi ragazzi che hanno scelti di candidarsi, impegnarsi e metterci la faccia, sono persone comuni, con il coraggio delle proprie idee. Adesso che l’anno scolastico è terminato e si avvicina il traguardo universitario, abbiamo chiesto loro di sapere che cosa lasciano nelle aule, nei corridoi e anche nelle piazze potentine che hanno riempito, tra mille polemiche, scontri ideologici (meno male) e la voglia di dire la propria. A ottobre si tornerà alle urne, per eleggere i nuovi rappresentanti. E toccherà votare anche per la consulta provinciale degli studenti (un organismo di rappresentanza istituzionale emanato dal ministero). A chi subentrerà loro, il compito di raccogliere un’eredità importante.

Sara Lorusso

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