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POTENZA – Parlare al cellulare, non rallentare – e nel caso fermarsi – in prossimità degli incroci e soprattutto procedere a velocità sostenuta senza rispettare i limiti imposti per legge e molto spesso la distrazione. Se a tutto questo si aggiunge una segnaletica, orizzontale o verticale, assente o poco chiara – e in taluni casi, è giusto dirlo, “sconosciuta” agli automobilisti – ecco che sono inevitabili gli incidenti.
Incidenti che, per lo più, negli ultimi tempi nel capoluogo si stanno verificando in determinate zone della città: via Cavour, viale del Basento, Santa Maria, viale del Gallitello e viale dell’Unicef. Tutte arterie – più larghe delle altre – dove premere il piede sull’acceleratore viene quasi da sè.
Se poi si considera che in alcune zone la canalizzazione del traffico forse non è stata “studiata” come avrebbe dovuto, l’impatto diventa inevitabile.
Un caso su tutti la galleria Unità d’Italia, ovvero quel piccolo tratto di asfalto che passa sotto il Serpentone e che, sia che si imbocchi da via del Gallitello, sia in senso contrario, sbuca in prossimità di due rotonde.
E quindi basta davvero poco e il botto potrebbe essere inevitabile.
Così come è accaduto ieri mattina intorno alle 11 quando si è verificato un tamponamento a catena che ha coinvolto quattro autovetture che avevano da poco imboccato la galleria in direzione Gallitello.
Quella stessa galleria dove lo scorso luglio un frontale costò la vita a Donato Santarsiero di 5 anni.
Ieri mattina, per fortuna, le persone coinvolte nel tamponamento a catena – la dinamica di quanto accaduto la stabiliranno gli agenti della Polizia locale e della Polizia di Stato – sono state medicate – e subito dimessse – al Pronto soccorso del San Carlo.
Alla luce di quanto accaduto ieri forse bisognerebbe un attimo riflettere se quella galleria, voluta per migliorare la viabilità, alla fine – incidenti a parte – non provochi più disagi che vantaggi.
E questo perché le due rotatorie, che si trovano in entrata e in uscita, possono costituire un pericolo serio.
Chi, infatti, proviene da piazza Cagliari inevitabilmente su viale dell’Unicef è portato a procedere a una velocità più elevata e, una volta giunto nei pressi della rotonda che smista il traffico verso la galleria o verso lo svincolo per rione Cocuzzo, si ritrova o a dover frenare di botto perché le precedenze non vengono rispettate o perché ci sono automobilisti che passano da un lato all’altro della carreggiata. Stessa cosa si può dire per quanti percorrono la galleria. Sia in un senso di marcia che nell’altro si trovano di fronte una rotonda. E il “chi passa prima” diventa una sorta di legge del più forte piuttosto che una questione di rispetto di quanto previsto dal codice della strada.
In tutto questo non si può pretendere che le forze dell’ordine diventino delle “balie” a ogni incrocio.
Magari, prima di progettare e costruire alcune infrastrutture, sarebbe stato più opportuno valutare meglio i pro e i contro. E quando il “Nodo complesso del Gallitello” sarà terminato – almeno a voler giudicare i viadotti per come si presentano oggi – non è detto che la situazione migliori.
Una cosa è certa: il tamponamento di ieri ha riportato alla mente l’incredibile tragedia del piccolo Donato. Una ferita ancora aperta che ci si augura la città non debba più rivivere.

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