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MELFI – «Ragazzi non siate depressi». Lasciando un po’ il protocollo che lo vuole sempre serio e composto, il cardinale Bagnasco (in foto) risponde senza remore alle domande di alcuni giovani della diocesi di Melfi.
Lo fa a braccio, scherzando dando risposte e dispensando sorrisi. Ma quando il discorso si fa serio la sua voce diventa forte. Comincia così il pomeriggio melfitano del Presidente della Conferenza episcopale italiana.
L’abbraccio con i giovani è sincero e i ragazzi dal canto loro hanno gradito ascoltando le parole dell’Arcivescovo di Genova. L’ incontro è stato introdotto dal direttore diocesano della Pastorale del lavoro, Liberato Canadà che ha snocciolato dati, presentando un quadro non proprio lusinghiero sul rapporto giovani e lavoro soprattutto nelle regioni del Sud. Don Sandro Cerone, delegato della Pastorale giovanile, ha posto invece l’ accento sulla formazione delle giovani generazioni definendolo senza mezzi termini: «il vero investimento che può fare la Chiesa».
Angela Pennella, segretaria diocesana di Azione cattolica è invece entrata nei problemi che affliggono i giovani, soprattutto lucani. Ha infatti posto l’accento sulla disoccupazione e sulla «vita di penombra» vissuta da diversi giovani. Il cardinale nella sua risposta ha invitato i ragazzi a non «essere depressi» indicando tre strade da intraprendere «per vivere nella luce». Ha parlato di «incontro con Gesù, l’unico che può dare senso alla vita» in un mondo dove tutto è relativo. Ha invitato a formarsi per dare risposte convicenti a chi, nella società multiculturale moderna, non ha risposte.
Infine ha invitato i giovani a partecipare alla «cosa pubblica», invitandoli a formarsi anche nella politica. A dare risposte concrete per il bene del paese in cui si vive. «Esiste – si chiede il Presidente della Cei – un criterio per l’unità dei cattolici in politica? Ho parlato di criterio – precisa – non di partito».
Il criterio esiste, sec ondo Bagnasco, parlando di valori non negoziabili o irrinunciabili. «La vita dall’inizio del concepimento fino alla morte, di famiglia uomo e donna e di libertà dell’uomo. Questo è il terreno. Tutto il resto è storia. Senza questo non esiste formula che aiuti i cattolici ad aiutare la società civile».

di Giovanni Rosa

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