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ROTONDA – «Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria (Sezione Prima), dichiara il difetto di competenza riguardo alla domanda volta alla dichiarazione di nullità degli atti impugnati per violazione di giudicato, spettando la relativa competenza al Consiglio di Stato; dichiara il ricorso principale in parte inammissibile, nella parte in cui è stata impugnata la nota del 10 agosto 2012 del dirigente del Dipartimento attività produttive di convocazione della conferenza di servizi, difettando interesse all’impugnazione di tale atto e lo accoglie nella parte in cui, con motivi aggiunti, è stato impugnato il decreto n. 16459 del 19 novembre 2012 del dirigente del Dipartimento attività produttive, recante autorizzazione unica, ai sensi del d.lgs. n. 387/2003, per la riattivazione, con alimentazione a biomasse, della Centrale termoelettrica del Mercure e, per l’effetto, annulla tale provvedimento. Dichiara inammissibile il ricorso incidentale proposto da Enel Produzione spa». 

Il linuaggio è strettamente burocratico. Ma la sostanza è una. L’atto di autorizzazione della Regione Calabria è da annullare. Una notizia che ha fatto subito il giro del Pollino.  Diversi cittadini di Rotonda  – molti provenienti anche da Viggianello – hanno salutato con scene di esultanza il pronunciamento del Tar. Soddisfatti i due sindaci che avevano presentato il ricorso. Per Giovanni Pandolfi e Vincenzo Corraro: “a vincere è il popolo”. Accanto ai “vincitori” c’è una parte di popolazione che ritiene ingiusta questa sentenza. Il comitato pro-centrale parla senza mezzi termini di “Natale da incubo”. “Non intendiamo entrare nel merito dell’attività della magistratura. – spiega il sodalizio in una nota – Il Comitato pro Centrale non lo ha mai fatto. Eppure in questa giornata tragica per il nostro lavoro ci chiediamo: ma che giustizia è questa che, dopo 12 anni di procedimenti amministrativi, anziché verificare la bontà del progetto, continua a cavillare su chi e come doveva approvare il progetto? La centrale Enel è completamente realizzata ed è in funzione da sei mesi e qualcuno la chiude per aspettare ancora qualche anno per decidere qual è l’autorizzazione giusta. La popolazione della Valle del Mercure ha bisogno di lavoro e impresa, non di carta bollata”. Gli aderenti al Comitato si appellano al Presidente Enrico Letta e al Presidente Napolitano. “Su questa vicenda – spiegano – deve intervenire il governo nazionale. Il nostro paese è scosso in questi giorni da proteste e agitazioni popolari. Grida di disperazione di chi vede il proprio lavoro o la propria attività imprenditoriale andare in fumo”. Nelle prossime ore si riuniranno per decidere il da farsi.

“Tutti i membri del Comitato, i lavoratori della Centrale Enel, dell’indotto, della biomassa si riuniranno in queste ore per decidere lo stato di agitazione e manifestare fermamente contro quella parte delle istituzioni che impoverisce il territorio in nome di una sterile visibilità politica”. Insomma un Natale in chiaroscuro sul Pollino. Da una parte i cittadini che da anni combattono per l’ambiente, dall’altra i lavoratori della centrale che vedono nella sentenza uno “smacco” per l’occupazione. E se a protestare fino a ieri erano stati quelli che la Centrale non la volevano, non si esclude che già da oggi il Comitato pro centrale non scendi in piazza per far valere le proprie ragioni.

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