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CATANZARO – Mentre le condizioni climatiche tendono a migliorare nelle aree del centro Italia colpite da una forte ondata di maltempo che ha provocato, complessivamente, cinque morti, la Calabria resta ancora in stato di allerta per tutta la giornata di venerdì.

Secondo le previsioni di Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr, «la perturbazione si è spostata verso Sicilia e la Calabria, toccando anche parte della Puglia, della Basilicata e del sud della Campania».

Per quanto riguarda la nostra regione, dopo le forti piogge di giovedì, l’attenzione si sposta proprio alla giornata successiva, quando «il centro Italia sarà libero dalla perturbazione e sono possibili temporali solo su Puglia e Calabria ionica, e forse anche sul Friuli». Il week-end, invece, sarà complessivamente buono, di stampo autunnale, ma non sono esclusi rovesci sul centro-nord Italia.

Quanto alle temperature, si abbasseranno sabato per poi risalire, ma non sui valori anomali di questi giorni, tra domenica e lunedì.

E con le previsioni ancora critiche, arriva l’allarme da parte di Francesco Peduto, presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, secondo il quale «dopo le frane e le esondazioni di ieri in Abruzzo e Lazio, seguono quelle della Campania di oggi e
chissà cosa succederà tra stasera e domani in Calabria, Puglia e Sicilia, dove è atteso il passaggio della stessa perturbazione che ha interessato le regioni citate: ancora una volta accusiamo la mancanza di manutenzione e di reali azioni di prevenzione pre- evento, anche in quelle occasioni, come in questo caso, in cui eventi piovosi eccezionali vengono largamente previsti e preannunciati». 

Un allarme ribadito anche dall’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (Anbi) che, insieme all’AdnKronos, ha tracciato la cartina delle zone a rischio, evidenziando che «ad essere esposti a frane e dissesto del territorio sono infatti il 68,9% dei Municipi del nostro Paese, pari a 5.581 Comuni su cui gravano anche aree interessate dal dissesto. Di questi Comuni – prosegue la ricerca – ben il 32% registra aree franabili e aree alluvionabili, il 21,1% aree a rischio frane, il 15,8% aree alluvionabili».

E al Sud la condizione è ancora più critica, dal momento che la Calabria conta 409 comuni a rischio e 1.167 chilometri quadrati di territorio a rischio, a cui si aggiungono le condizioni della Campania (474 Comuni a rischio e 2.253 chilometri quadrati di superficie a rischio), Abruzzo (178 Comuni, 603 kmq), Molise (121 Comuni, 616 kmq), Puglia (48 Comuni e 48 kmq) e Basilicata (123 Comuni e 503 kmq). Non va meglio in Sicilia (272 Comuni a rischio e 206 kmq di superficie vulnerabile) e Sardegna (42 Comuni e 48 kmq).

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