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REGGIO CALABRIA – Si allunga il conto dei migranti salvati nel Mediterraneo e sbarcati nel porto di Reggio Calabria. Erano già oltre ottomila e altri 1.593 sono arrivati in mattinata, accompagnati dalla nave San Giusto impegnata nell’operazione Mare Nostrum: si tratta di 1.112 uomini, 232 donne. Sono 249 invece i minori e si aggiungono a quelli che, secondo le stime del progetto Praesidium di Save the Children, sono arrivati in Italia nei primi 8 mesi del 2014: 17.700 in tutto, dei quali ben 9.700 non sono accompagnati dai genitori. Numeri che doppiano quelli dello stesso periodo del 2013.

FUGGONO DONNE INCINTE E PARAPLEGICI – Le persone arrivate in mattinata a Reggio Calabria sono provenienti da Siria, Marocco, Tunisia, Ghana, Costa d’Avorio, Benin e dal Sub Sahara. Ci sono anche 29 donne in gravidanza, che hanno affrontato la traversata. Pochi giorni fa tra le persone fatte sbarcare a Crotone c’era anche un feto morto durante il viaggio su un barcone (GUARDA IL VIDEO).

Sulla banchina del molo di Reggio, stavolta lo sbarco è avvenuto sotto una pioggia fittissima. A bordo della San Giusto c’erano anche due paraplegici che sono stati accompagnati a terra. Diagnosticati anche un caso di varicella a un minore, e un caso di scabbia.

L’HASHTAG #TBCNOGRAZIE DI GRILLO – Ma proprio nello stesso giorno, sul fronte dell’accoglienza immigrati arrivano le parole del leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che dal suo blog lancia l’hashtag #tbcnograzie e tuona contro il pericolo di malattie che sarebbero portate dalle persone sbarcate. «I triti e ritriti confronti degli italiani come popolo di migranti che deve comprendere, capire, giustificare chiunque entri in Italia – scrive sul suo blog l’ex comico – sono delle amenità tirate in ballo dai radical chic e dalla sinistra che non pagano mai il conto e da chi non vuole affrontare il problema. Quando i nostri bisnonni approdavano negli Stati Uniti, Paese della Libertà, dopo aver visto la Statua con la fiaccola accesa, venivano subito confinati a Ellis Island in quarantena».

Secondo Grillo, che fa riferimento alla tubercolosi, ci si comporta «come se non fosse un problema nazionale il ritorno di malattie debellate da secoli in Italia». Poi aggiunge: «Qui per evitare il tabù del razzismo arriviamo alla situazione grottesca degli Stati africani che chiudono le frontiere tra loro per paura del diffondersi dell’ebola, che ha 21 giorni di incubazione, mentre noi le lasciamo spalancate senza fare alcun accertamento medico su chi arriva da chissà dove nel nostro Paese».

GLI “ANGELI” REGGINI: NO ALLARMISMI – A scendere in campo contro gli allarmismi sono invece, dalle colonne del Quotidiano, gli “angeli” reggini che accolgono i migranti. «Non c’è nessun pericolo di contagio e i medici lo ribadiscono», assicura Bruna Mangiola, del laboratorio migranti della Caritas di Reggio Calabria. Che spiega: «Molti arrivano qui con la scabbia, dovuta al fatto che viaggiano stipate in poco spazio, accovacciate su se stesse senza potersi muovere. Costrette a fare i loro bisogni e a rimanerci sopra. L’ebola non può arrivare: affrontano un cammino lungo e duro, anche nel deserto. E poi viaggi stremanti in mare. Non potrebbero sopravvivere se avessero questa malattia. C’è stato un caso di Tbc, ma si trattava di Tbc ossea. Non c’è  pericolo di contagio. In nessun caso. Tanti arrivano ustionati. I più poveri vengono messi vicino ai motori delle barche e restano bruciati orrendamente dagli schizzi di gasolio bollente. E’ un inferno – commenta – e noi cerchiamo di alleviarlo».

Del progetto di accoglienza fanno parte Masci, Agesci, Cvx, Comunità Sant’Egidio, Papa Giovanni XXIII e Movi. Talmente tanti da rendere difficile citarli tutti. «Aiutiamo i migranti nella fase dell’accoglienza e poi dell’assistenza nelle strutture, quelle della Caritas sono tutte piene. Organizziamo attività di tipo ludico  ma ci curiamo anche di seguire le questioni sanitarie, con i medici sempre in prima linea», spiega Bruna. Nei mesi scorsi era stato lanciato un appello. E ora servono ancora merendine, succhi, latte, abiti estivi. 

I volontari cecano di aiutare soprattutto i ragazzi minor: «Arrivano qui con grandi speranze: ci dicono “Italy, school”.  Ieri un bimbo piangeva perchè non poteva andare a scuola. A sant’Agostino molti volontari, nel silenzio, smistano gli abiti. E stiamo organizzando per il 27 ad Ecolandia una giornata per informare e raccogliere i fondi insieme alle associazioni,  istituzioni e forze dell’Ordine, Capitaneria e Protezione civile. E’ un meccanismo enorme che nessuno conosce». 

I VOLANTINI CONTRO GLI SBARCHI – A Reggio Calabria, però, c’è anchechi la pensa in modo diverso: i militanti di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale contestano un fenomeno che, scrivono, «rischia di diventare ingovernabile». In un volantino distribuito sulle arterie stradali cittadine promuovono lo slogan “Mai più clandestini sotto casa”. E chiedono «a gran voce la sospensione di qualsiasi operazione che non ponga alcun limite agli ingressi; sempre più italiani, a casa propria, vengono posti in second’ordine nei trattamenti di solidarietà».

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