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VENOSA – Individuare zone che, preventivamente allestite, possano dare degna accoglienza alle centinaia di migranti che si apprestano a invadere la zona nord della Basilicata in vista della campagna del pomodoro. Di questo e di molto altro si parlerà nel vertice in programma per domani in Regione tra i vari attori chiamati a regolarizzare una questione che si trascina da anni. Da un lato le istituzioni – Regione in primis – dall’altra le associazioni. L’obiettivo, chiaramente è mettere in campo e insieme le proprie specificità per evitare che si creino, come ogni anno, situazioni “a limite” con immigrati costretti a vivere in casolari abbandonati senza acqua ed energia elettrica.

E’ allo studio un progetto che ha come obiettivo quello di creare zone dignitose in cui il migrante può trovare acqua, cibo, un letto comodo e l’assistenza sanitaria necessaria.

Per questo i comuni interessati hanno già individuato delle zone – in prossimità dei campi di pomodoro – che metteranno a disposizione per la creazione di una sorta di cittadelle (con tende o strutture rigide) dove saranno garantiti i servizi essenziali come l’acqua.

Chiaramente e per evitare i fenomeni di caporalato, il migrante dovrà prenotarsi tramite i centri per l’impiego territoriali. Le zone, al momento individuate sono: Boreano e Piano Reggio per il comune di Venosa, l’ex tabacchificio oppure il Cie per Palazzo San Gervasio e Gaudiano per Lavello. L’incontro di domani con ogni probabilità, stabilirà l’esatta ubicazione dei centri di accoglienza. Nel frattempo la situazione nelle campagne è già precaria. A testimoniarlo un gruppo di volontari della parrocchia di Santa Maria del Sepolcro di Potenza (vedere foto a lato) che domenica mattina ha portato generi conforto ai migranti già stanziati nei ruderi di Boreano. Le immagini sono eloquenti. Molti migranti stipati in pochi metri quadrati senza acqua e servizi igienici. I volontari hanno portato viveri di prima necessità e hanno potuto toccare con mano la situazione in cui vivono i migranti. Chiaramente è una goccia in un mare fatto di precarietà e umanità. La Regione si sta muovendo. Si spera che le azioni messe in campo possano dare una volta per tutte, una soluzione alla problematica e “un’accoglienza” ai migranti degna di tale nome.

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